Umberto Bossi ha deciso di partecipare, a modo suo, alle celebrazioni del 40esimo anniversario della fondazione della Lega, a Gemonio, nella sua casa. Il fondatore ed ex leader del Carroccio ha inviato un messaggio sms all'ex ministro Roberto Castelli, che stava aprendo i festeggiamenti nella piazza della chiesa, invitandolo a portare a casa sua i militanti intervenuti alla giornata, per un saluto e una fetta di torta.
Subito il gruppo, capitanato da Castelli e dall’ex segretario della Lega Lombarda Paolo Grimoldi, si è incamminato lungo la piccola stradina che collega la chiesa alla villetta di Bossi. Quindi sono stati bloccati all’ingresso.
«Giornalisti fuori, entrerete per ultimi», ha annunciato uno dei militanti che si è prestato a fare servizio d’ordine alla porta. E poco dopo è arrivato uno dei figli di Umberto Bossi, Renzo, per accogliere personalmente i militanti, che sono stati divisi in piccoli gruppi e fatti entrare in modo contingentato.
Malgrado il caldo e il sole alcuni hanno deciso di attendere pazientemente il loro turno davanti al cancelletto; mentre altri hanno desistito.
«Non mi pare che Matteo Salvini abbia mostrato attenzione per la questione settentrionale, ma serve andare in quella direzione. Servirebbe qualcuno che abbracci la questione e la porti avanti con determinazione».
Umberto Bossi risponde così alle domande dei cronisti, in un breve incontro nel giardino della sua villetta, a Gemonio.
A chi gli chiede se potrebbe trattarsi di Giancarlo Giorgetti, risponde sorridendo: «Non voglio dire Giorgetti per non massacrarlo». Quindi aggiunge: «L'ho sentito ieri sera, oggi è in Lussemburgo, tornerà stasera». Quanto a Salvini, dice: «Lui non l’ho sentito. Devo dire la verità - aggiunge - mi aspettavo che senza dire niente comparisse». Ma evidentemente non è successo.
«Ringrazio tutti voi che siete qui rivolgendo subito un pensiero Padania libera!». Così l’ex ministro Roberto Castelli aprendo i festeggiamenti per il 40esimo anniversario della fondazione della Lega, a Gemonio.
«Non devo spiegarvi perché siamo qui oggi - ha detto - qui ci sono coloro i quali non hanno mai dimenticato il nostro "grande capo", che sono sempre stati vicini a lui e che oggi vogliono rendere omaggio a colui che ha trasformato le nostre coscienze e i nostri cuori, oltre che l’Italia».
«L’Italia - ha aggiunto Castelli - non è più la stessa; questo Paese, benedetto e disgraziato a seconda di come lo si voglia interpretare, non è più lo stesso dopo che Bossi è arrivato e si è affacciato alla scena politica italiana. Un uomo da solo, e io lo posso testimoniare perché ho vissuto tutto il cammino della Lega insieme a quest’uomo, che ha cominciato da zero, forte e solo con la suola delle proprie scarpe, delle proprie idee e del suo carisma eccezionale. Nessun altro è come lui. E con queste cose è riuscito a trasformare le nostre coscienze e i nostri cuori».