“La Voce del Crespi” si fa sentire forte e chiara sulla tematica dei Disturbi del Comportamento Alimentare, una problematica in costante crescita che la società sembra ignorare. I ragazzi del giornalino del Liceo Classico di Busto Arsizio hanno pubblicato un articolo dal titolo “Fondi per i disturbi alimentari: le briciole non bastano”.
A scaturire la loro indignazione è stata la nuova Legge di Bilancio, che ha visto dapprima azzerarsi e poi diminuire da 25 a 10 milioni i fondi destinati alla lotta contro i disturbi alimentari. Questa cifra è stata ottenuta solo grazie alle proteste di persone che si sono fatte promotrici della causa, scendendo nelle piazze e nelle strade, ma non è sufficiente a sostenere tutti i costi: molte sono le strutture che rischiano di chiudere, lasciando i pazienti senza cure.
«Manca il sostegno a chi è affetto da DCA e alle loro famiglie - fanno notare i ragazzi del giornalino - e bisogna continuare a protestare, perché il problema esiste e deve essere contrastato con l’aiuto di professionisti, che non tutti possono permettersi di pagare. Noi siamo contenti di dare voce a tante persone che soffrono in silenzio e a chi ha cuore questo argomento. Vogliamo dare una speranza: è possibile uscirne, se ci si fa aiutare».
Per questo motivo, La Voce del Crespi si propone di aumentare la consapevolezza della società su queste malattie, che colpiscono la mente e anche il fisico. Una società che, però, non ne parla a sufficienza: molti considerano i DCA come capricci o ricerca di attenzioni, e non come una vera e propria problematica.
«Il miglior metodo per fare prevenzione è parlarne - affermano gli studenti del Crespi - e non bisogna considerare questo problema come qualcosa di inesistente, perché le persone colpite sono tante, e spesso si nascondono. Parlarne sia a scuola sia in famiglia potrebbe essere la chiave, perché se la gente capisse davvero di che cosa si tratta, molte persone affette riuscirebbero a mostrare il loro problema prima che la situazione diventi troppo grave».
Un DCA non riguarda solo l’aspetto esteriore: spesso chi ne soffre sente di non avere sotto controllo la propria vita, e cerca sicurezza nell’osservazione maniacale di quante calorie introduce o di quali cibi ha nel piatto. Queste malattie sono di natura psicologica, ma possono portare anche a gravi conseguenze fisiche, come la perdita dei capelli e l’amenorrea, arrivando fino alla morte.
La voce del Crespi sostiene che non si parli dei diversi disturbi alimentari nello stesso modo: i più conosciuti sono l’anoressia e la bulimia, ma ne esistono anche molti altri, come il binge eating disorder (disturbo dell’alimentazione incontrollata).
«Un DCA è qualcosa di estremamente complesso e soggettivo. È un disturbo che affligge la sfera psicologica oltre che quella fisica. Purtroppo, la disinformazione su questo tema è molto diffusa, e molte persone non comprendono la gravità e l’impatto che un disturbo alimentare ha sulla vita di una persona».