Il 28 settembre prossimo avrebbe spento 104 candeline, nonna Adalgisa, “la bella signora della Provvidenza” di Busto. Un traguardo invidiabile che tutti vorrebbero tagliare. Il libro della sua vita è costellato da una miriade di avvenimenti che hanno segnato la storia: sotto i suoi occhi lei ha visto scorrere il fascismo, la Seconda guerra mondiale, il Dopoguerra, i conflitti successivi, il Sessantotto. Ha superato indenne il Covid.
Ma di tutto questo lei non ha mai voluto proferir parola. I ricordi più belli erano legati al periodo vissuto tra i colori di Santa Maria Maggiore dove l’arzilla nonnina ha trascorso almeno dieci anni della sua vita. «Anche ultimamente, parlando con lei – racconta la figlia Simona – mi diceva sempre: “Voglio andare in pineta a raccogliere i mirtilli!”». Come darle torto? Come dimenticare la bella pineta in Val Vigezzo?
Lei si era trasferita lì e complice anche l’aria di montagna ha tagliato il secolo: un toccasana per la longevità della signora Adalgisa. Era nata a Milano, lavorava come commessa alla Rinascente, poi dopo gli anni a Santa Maria Maggiore, è tornata a Milano dove ha lavorato in una famosa pasticceria e quindi si è trasferita a Tradate. «E’ sempre stata una donna bellissima – prosegue Simona – Ricordo questo aneddoto: fino a pochi anni fa teneva nel portafoglio le sue foto di quando era ragazza: le mostrava a tutti, per far vedere quanto bella fosse stata. Senza andare troppo indietro con gli anni, lei vestiva in modo stravagante: con la sua giacca rossa, il rossetto, il cappello. Sapeva di non mostrare la sua età. Aveva un carattere allegro, brioso».
E l’altro segreto della longevità erano gli hobby: «Amava viaggiare – sottolinea Simona – Ha girato tantissimo, l’Italia, ultimamente Parigi. Frequentava tutti i mercatini, le fiere. Dove c’era confusione, c’era lei».
Nonna Adalgisa lascia Simona e la sorella Manuela e il nipote Samuele.