La consegna delle chiavi della città al Tarlisu dà il via al Carnevale di Busto Arsizio. Questa mattina si è tenuto in piazza Vittorio Emanuele il tradizionale passaggio di consegne tra il sindaco Emanuele Antonelli e la maschera impersonata dal Pedèla Antonio Tosi, primo cittadino per una settimana.
Ad assistere anche qualche bambino con il costume di Carnevale, in attesa della sfilata dei carri di sabato prossimo. Come sempre, non sono mancate le “punture” del Tarlisu, dedicate quest’anno a lampioni, decoro, ospedale e opere del Pnrr.
Una festa identitaria
«È la nostra seconda grande festa identitaria dopo la Giöbia, la cui risottata si è tenuta proprio in questa piazza», ha detto la vicesindaco e assessore all’Identità Manuela Maffioli, ricordando che dal 2020 quelle di Busto sono state ufficializzate come «maschere nazionali».
Quest’anno a vestire per la prima volta i panni della Bumbasina c’era Paola Crespi. Con lei Monica Colombo, l’ormai immancabile Fudreta.
Sul palchetto della piazza anche la Famiglia Sinaghina, associazione di riferimento del Carnevale cittadino, rappresentata dal presidente Simone Colombo e dal past president Rolando Pizzoli. Con loro gli assessori Daniela Cerana e Salvatore Loschiavo.
Il Tarlisu elenca le magagne
C’era attesa per il discorso del Tarlisu, sempre pronto per l’occasione a stimolare l’amministrazione col suo stile pepato. Tra le magagne elencate nel suo intervento – recitato rigorosamente in dialetto bustocco con l’aiuto delle “sue donne” – ha inserito l’illuminazione, tornata al centro delle cronache: «I lampioni intelligenti? Sono spenti e hanno trovato una scusa: la colpa è dell’inquinamento luminoso! A proposito: e i lampioni del Richino? Sono come i fantasmi».
Bacchettate (oltre che per i lavori sul manto stradale imperfetti per via delle «macchine intelligenti») anche ai proprietari di cani che non raccolgono gli escrementi («Però i vigili urbani?»).
Poi il tema sempre attuale degli ospedali. Quello nuovo: «Se tutto andrà bene ci sarà l’inaugurazione nel 2030!». E quello attuale: «È l’ora che la politica bustocca inizi a battere un colpo perché così è solo un disastro. Forse tutti assieme riusciremo ad arrivare al risultato che la politica non è stata capace di raggiungere».
E poi la piscina Manara: «Speriamo che in quest’anno bisestile, chi ha perso l’orientamento nella gestione se ne vada e arrivino persone che fanno ambo con il lavoro e terno se il lavoro continua».
Dal Tarlisu ecco anche l’auspicio perché sia la volta buona per l’ex calzaturificio Borri e per le opere del Pnrr, che per lui significa "Par non riscià a ruina".
La replica del sindaco
Il Tarlisu ha quindi invitato il sindaco a «controllare assolutamente i lavori, perché se si arriverà alla fine nei tempi, sarà un grande successo per l’amministrazione». Antonelli ha ribattuto usando a sua volta un po' di (auto) ironia, evidenziando che «la città fino a ieri era perfetta, oggi è già cambiato tutto. Io devo lavorare tutto l’anno per rimediare a quella settimana in cui fa il sindaco il Tarlisu. È l’ultima volta che gli lascio le chiavi». Il pubblico non approva: «La gente è col Tarlisu, mi toccherà dimettermi», ha ammesso Antonelli ridendo. Niente da fare per lui: la tradizione dovrà proseguire.