Scrivi “energia”, finisci col pronunciare “giovani”. Sala piena, alla Galleria Boragno, per la presentazione di “L’energia che ha reso possibili le 5 rivoluzioni industriali” (FOTO in fondo all'articolo). Il dialogo tra l’autore, Francesco Carbone, il giornalista e scrittore Marco Linari e l’imprenditore Luca Spada (il fondatore di Eolo ha firmato la prefazione del libro) è ruotato per buona parte intorno a loro, ai giovani, oltre che alla storia della manifattura (anche del territorio), agli scenari legati all’Intelligenza Artificiale, alle sfide da affrontare per costruire un nuovo rapporto tra produzione e ambiente.
Ne è uscito un ritratto sfaccettato, non scontato, dei giovani che si immettono nel mondo del lavoro o che sono in procinto di farlo. Dopo il saluto istituzionale dell’assessore alle Politiche educative di Busto Arsizio, Daniela Cerana (presenti anche il collega di Giunta Salvatore Loschiavo, oltre al titolare delle deleghe a Lavori Pubblici e Urbanistica di Cardano al Campo, l’imprenditore Franco Colombo, e consiglieri comunali; hanno inviato un messaggio video l’assessore regionale Francesca Caruso e il super campione sportivo, non vedente, Daniele Cassioli), è stato Spada ad accennare la “questione verde”. E a dare conto di un dinamismo delle nuove leve, riconducibile a una sensibilità spiccata, superiore rispetto a quanto dimostra chi è venuto prima: «Le nostre generazioni (la storia di Eolo inizia alla fine degli anni Novanta, Ndr) sono consce di un cambiamento del clima in atto, significativo. Ma continuiamo a fare sempre, più o meno, le stesse cose. I giovani sono più attivi».
Nota gravida di possibili conseguenze sull’industria che verrà, soprattutto se i paesi più attenti al tema (quelli europei, ha auspicato Spada, estendendo lo sguardo a quelli americani) sapranno applicare politiche e misure, per esempio, sul commercio di beni provenienti da nazioni come Cina e India, anche in base ai metodi di produzione. Altro campo in cui “siamo avanti”, si è agganciato Carbone, classe 1985, attivo nell’ambito della formazione, ingegnere esperto in automazione e rinnovabili, «…è quello della sicurezza sul lavoro. Quanto alla sostenibilità, noto come gli investimenti crescano soprattutto per fattori come il caro energia: l’aumento dei costi ha dato un’accelerata alla transizione ecologica».
Come dare ai giovani un ruolo attivo, indispensabile, in questo e altri processi di cambiamento? Partendo dalla formazione, quella tradizionale e quella garantita dagli Istituti Tecnici Superiori. Si tratta, ha spiegato Benedetto Dirienzo, presidente della fondazione Its-Incom «…di garantire un percorso per le figure che, nell’organizzazione tipica della produzione, stanno tra operai e dirigenti. In Its, anche attraverso il rapporto con le scuole, le imprese e gli enti locali, si valorizza l’intelligenza tecnico-pratica, tenendo conto delle esigenze espresse dal territorio. I tecnici progettano e lavorano con i ragazzi: l’energia è fatta anche di creatività».
«Nei giovani c’è positività» ha confermato Carbone, esemplificando con un’esperienza formativa recente, vissuta in prima persona: corsi tenuti in Sicilia su sistemi e strumenti produttivi durante i quali ha verificato competenze informatiche di ottimo livello, oltre che una notevole disponibilità a mettersi in gioco, anche (purtroppo e per fortuna) partendo, per dare un seguito al percorso di studi.
Linari, prendendo spunto dagli sviluppi di tecnologie e affini: «Con la quinta rivoluzione industriale e con l’Intelligenza Artificiale non serviremo più? O è una paura da sfatare?». Concordi Carbone e Spada. Il primo: «Il robot non toglie il lavoro alle persone. Migliora certe condizioni. Pensiamo, tanto per fare un esempio, alle malattie professionali che colpivano saldatori e verniciatori: oggi certi rischi non si corrono più. Ma la tecnologia modifica le competenze necessarie. Ecco, la tecnologia sposta, non porta via». «Non distrugge – secondo Spada - il ruolo dell’uomo. Ma attenzione: i cambiamenti saranno rapidissimi, più veloci rispetto a quelli determinati dalla diffusione di internet».
E il capitale umano? I giovani faticano? La constatazione di Spada: «L’ultima generazione ha un livello di entusiasmo e coinvolgimento minore rispetto alla precedente. Forse anche a causa dei social, che rendono tutto disponibile subito, è diventato difficile stupire, emozionare. I giovani non sono più abituati ad aspettare». «In effetti – la segnalazione di Carbone – i colloqui di lavoro sono cambiati. Spesso sembra che siano le aziende sotto esame, non i candidati. Che chiedono subito informazioni sul tipo di clienti, sugli strumenti a disposizione, sui benefit».
«Bisogna motivare» il monito, condiviso, di Franco Colombo. Per resistere e crescere. Per rilanciare una parabola che, sul territorio, è stata fatta da industrie simbolo e grandi interpreti: Dell’Acqua, Ottolini, Cantoni i nomi più volte evocati. Storia recente, sembra di ieri. Ma è già domani.