È bipartisan in Consiglio regionale la richiesta di fare chiarezza sulla possibilità di realizzare fuochi rituali. Tradizioni molto sentite anche nella nostra provincia: dal falò di Sant’Antonio a Varese alla Giöbia a Busto Arsizio e non solo.
Ma le norme volte a tutelare l’ambiente, hanno fatto notare questa mattina sia dai banchi della maggioranza che da quelli dell’opposizione, non sono sempre chiarissime. E i dubbi permangono anche dopo le risposte date in assise dall’assessore all’Ambiente Giorgio Maione.
Preoccupazioni trasversali
«Recentemente è emersa la perplessità di alcuni sindaci che non saprebbero se poter organizzare i tipici falò rituali perché contro la legge», si legge nell’interrogazione di Giacomo Zamperini di Fratelli d’Italia. Che fa anche notare come i dati relativi all’andamento della qualità dell’aria forniti da Arpa siano in continuo miglioramento in tutta la Regione. «Le disposizioni – sostiene il consigliere di FdI – hanno ingenerato confusione generalizzata intorno a questa tematica, che intacca la liceità delle tradizionali manifestazioni popolari che prevedono i falò rituali».
A fargli eco, dal fronte dell’opposizione, è Gian Mario Fragomeli del Partito Democratico. Il quale, a sua volta, evidenzia in un’interrogazione che «la lacunosità della normativa in materia e l’interpretazione restrittiva della disciplina fornita da Regione agli enti locali sta generando confusione e preoccupazione tra amministratori, popolazione e associazioni che promuovono tali iniziative, in quanto tali condizioni mettono concretamente a rischio la possibilità di svolgere i riti tradizionali nelle province lombarde».
L’esponente dem aggiunge che «attualmente il quadro normativo nazionale relativo alla disciplina delle combustioni all’aperto sconta il limite di non prevedere deroghe per usi e tradizioni rispetto all’applicazione tout court delle fattispecie previste per lo smaltimento dei rifiuti».
Risponde l’assessore
I due consiglieri hanno chiesto un chiarimento all’assessore Maione, rappresentante di Lombardia Ideale. «A livello nazionale – ha spiegato l’esponente di giunta – è vietato lo smaltimento tramite fuoco di qualsiasi materiale classificato come rifiuto. E la Regione ha vietato anche la combustione di piccoli cumuli vegetali dal primo ottobre al primo marzo. Con riferimento anche a falò rituali nel caso di fenomeni di inquinamento acuto con accumulo di inquinanti. Indicazioni condivise anche da altre regioni del bacino padano».
Allo stesso tempo, l’assessore ha definito i falò rituali «antiche tradizioni locali nobili e da difendere»: «E se il Consiglio vorrà meglio esplicitare il contenuto delle direttive regionali – ha aggiunto – non ci sarà opposizione da parte della giunta».
I dubbi permangono
I nodi, per gli interroganti, non sono stati sciolti. Zamperini ha parlato di «ulteriore bisogno di chiarezza», allargando il discorso a grigliate e caldarroste: «A oggi nessuno ci ha detto che si possono fare, perché la normativa nazionale parla di materiale agricolo o forestale non pericoloso, quindi comprende anche la legna. Se ci sono ancora dubbi, non facciamo gli struzzi e chiediamo allo Stato centrale di fare chiarezza». E, eventualmente, la possibilità di intervenire con deroghe.
Fragomeli ha invece posto l’accento sulla contraddizione tra quanto garantito per i falò tradizionali da una legge regionale del 2008 e una successiva delibera di giunta. «Non possiamo addurre il tema del pm10 per quattro falò all’anno – ha aggiunto – La questione del rispetto ambientale sta molto a cuore al Pd, ma se i dati dicono che il periodo non è emergenziale, non capiamo perché non autorizzare i falò».
Mozione in arrivo
A latere dell’assise, i capigruppo di Lombardia Ideale e Lega, Giacomo Cosentino e Alessandro Corbetta, hanno fatto sapere che è in arrivo una mozione «che vada a tutelare questa pratica. Lavoreremo insieme alla giunta per valorizzare e promuovere sotto il profilo culturale una celebrazione tipicamente lombarda».
Nel frattempo, «in assenza di una normativa nazionale definita e di una interpretazione univoca da parte dello Stato, l'intervento dell'assessore Maione è stato chiarificatore. I Comuni e i sindaci devono verificare che in occasione dei falò non vengano bruciati rifiuti: un passaggio importante anche per gli amministratori che spesso si trovano a dover interpretare una norma nazionale che non cita in maniera esplicita questa pratica».