Le dinamiche si ripetono: presidio del comitato “Stop ospedale unico” davanti al nosocomio di Busto Arsizio, volantinaggio, raccolta firme. I passanti che percorrono via Arnaldo Da Brescia a volte accelerano il passo e ignorano le poche informazioni che gli attivisti cercano di trasmettere al volo, a volte rallentano e scambiano qualche parola, a volte si fermano e sottoscrivono. Domanda: ci sono ancora persone disinformate sul tema dell’ospedale unico e delle strutture esistenti? La risposta che arriva da dietro al banchetto, un po’ a sorpresa visto il battage sulla questione andato avanti per mesi (anni?), è: «Sì. Continuiamo ad avvicinare cittadini che ne sanno poco. O nulla, soprattutto se giovani. Sembra incredibile ma anche stamattina abbiamo incontrato delle ragazze che hanno appreso il tutto da noi, oggi. Hanno firmato i nostri moduli».
Basterebbe questo a spiegare come mai l’azione dei contrari al futuro nosocomio Busto/Gallarate prosegua anche dopo la firma dell’Accordo di Programma, passaggio che avrebbe potuto scoraggiare anche gli avversari più agguerriti. «Le realtà che danno vita al presidio di oggi – aggiungono gli attivisti - sono aumentate: aderiscono A.L. Cobas/Sgc, Comitato antifascista Busto Arsizio, La sinistra Chiara, Pci, Prc/Up. Un buon segno, per noi. E non è il solo». Altri motivi per andare avanti? «Secondo certa politica, locale e non, i lavoratori degli ospedali interessati sarebbero favorevoli alla nuova struttura. A noi, dagli stessi lavoratori, anche da medici, arrivano pareri opposti».
Qui sotto, il volantino distribuito nel corso della mattinata che, oltre al tema dell'ospedale Busto/Gallarate, tocca quello generale della Sanità, tra pubblico e privato.