È stato un “buon Natale” diverso dal solito quello che le sincronette della Busto Nuoto hanno voluto regalare alla città. Hanno fatto incontrare tutte le specie di animali e non presenti nella giungla. Insomma un “Welcome to the jungle” che ha coinvolto centinaia di atlete e una tribuna zeppa per ben due spettacoli.
Uno spettacolo emozionante, suggestivo reso ancora più affascinante dall’esplosione di colori, suoni e coreografie. Non sono mancati effetti speciali creati dal fuoco e tanto altro.
I primi a entrare in scena sono stati i serpenti, «le magnifiche creature fonte di intrigo e paura - ha raccontato la voce narrante - ll mito del serpente che si morde la coda, noto come OuroBoros, rappresenta l’eternità e il ciclo della vita».
Lo spettacolo è poi continuato facendo immergere il pubblico nella natura incontaminata, con stormi di fenicotteri e branchi di zebre che si abbeverano, richiamando così la presenza di leoni e iene. «E nel silenzio turbato solo dal vento ecco spuntare un’immagine che dalla fantasia si proietta direttamente nella realtà di un momento».
Hanno poi fatto il loro ingresso scimmiette e pantera. «Le scimmie sono energiche, carine, intelligenti: vorrebbero essere serie, ma non ci riescono, saltano comicamente, mangiano comicamente, urlano comicamente, abbracciano comicamente. Se le scimmie sapessero annoiarsi potrebbero diventare uomini. Ma nella leggenda della giungla vi è anche un’ombra nera, la più astuta del popolo degli artigli: coraggiosa, temeraria, libera. Vaga solitaria e altera, per la selvaggia foresta, una splendida pantera, dal folto manto nero e dagli occhi penetranti. Chi si imbatte in lei ne rimane folgorato e ammaliato».
A irrompere a metà sono gli indigeni. «Danzare è pregare, pregare è guarire, guarire è dare, dare è vivere, vivere è ballare – spiega - Per gli indigeni la vita non è fatta per essere semplicemente vissuta, ma per essere capita. L’oro del sole basta e avanza. Sono nati liberi, in armonia con la natura e rispettando la madre terra e tutti gli esseri viventi».
L’invito è stato poi quello di danzare con tigre e uccellini. «Alcuni uccelli non sono fatti per la gabbia: questa è la verità. Sono nati liberi e liberi devono essere. Di giorno li guida il sole, di notte le stelle. E quando volano via ti si riempie il cuore di gioia perché, alla zampa di ogni uccello che vola, è legato il filo dell’infinito. Ma quando il sole tramonta e irradia con la sua luce la giungla, gli animali si ritirano per dormire».
Molto suggestiva la coreografia dedicata al fuoco. «E poi c’è la fiamma, di rosso vestita che alzandosi sfugge e tutto distrugge, che sprizza faville, che schizza scintille, che scalda, che cuoce, che fuma e tutto consuma».
Dulcis in fundo, il gran finale con tutta la squadra schierata e il coro all’unisono del “buon Natale”.