Il tiglio di piazza Martiri è troppo pericoloso. Il consiglio comunale di Gorla Maggiore questa sera (12 dicembre) si è aperto con la relazione dell'agronomo, il dottor Andrea Tovaglieri, che ha testimoniato con immagini e analisi lo stato della storica pianta. La sua posizione in una piazza, quindi con la possibilità di arrecare danni alle persone e alle cose, impone un intervento.
La relazione
Purtroppo il fungo che l'aveva assalita, non ha lasciato scampo, aggredendo l'apparato radicale. La situazione è così delicata che - anche considerando l'aggravarsi delle condizioni meteo e le potenziali nevicate - si è deciso per un taglio imminente.
Già mercoledì prossimo, 20 dicembre, con la chiusura della piazza, ha detto il sindaco Pietro Zappamiglio, se sarà possibile.
Per quanto riguarda la sostituzione, il Comune ha optato per un abete. L'arrivo della nuova pianta - che sarà messa a dimora nella stessa aiuola ma più verso il centro della piazza -, però, avverrà in primavera.
Si è esaminata con attenzione anche la situazione patrimoniale arborea del Parco Cimitero. Anche qui ci sono condizioni di sicurezza da ripristinare per i pioppi, che quindi verranno sostituiti con 15 altre piante.
«Dispiace - ha detto l'agronomo - ma è una valutazione necessaria a livello non solo economico ma ecosistemico. Non dobbiamo peccare di egoismo generazionale. Ci sono alberi piantati 30, 40 anni fa, ma nessuno è eterno e dobbiamo pensare ai nostri figli».
Questo secondo provvedimento non ha comunque la stessa urgenza di quello di piazza Martiri della Libertà.
Il quesito
Già oggi sulla sua pagina Facebook il sindaco Zappamiglio aveva sottolineato l'importanza di un intervento: «In una ipotetica scala di importanza, dove mettereste l'attenzione per la salute e la vita di una persona, e la tutela di un albero storico malato? Credo la risposta sia semplice. Soprattutto quando la cronaca ci presenta diversi casi di persone divenute gravemente disabili se non addirittura morte a causa di alberi malati sradicati o rami indeboliti caduti».
Per procedere a tali, difficili, decisioni è necessario affidarsi agli esperti «che facciano di tutto per non arrivare a questo punto, attraverso manutenzioni ordinarie e straordinarie, ma a volte non è sufficiente. A volte la pericolosità è tale da dover fare delle scelte. Scelte che prevedono la sostituzione degli alberi malati con altri che più si adattano agli eventi estremi del cambiamento climatico».
Proprio quest'ultimo è un modo con cui confrontarsi: «Il patrimonio naturale va preservato ma è necessaria una riflessione seria su come renderlo compatibile con i cambiamenti climatici in corso, e mai comunque a discapito della sicurezza».