Ieri... oggi, è già domani - 27 novembre 2023, 06:00

"a buseca" - la trippa

La causa principale è la paura o la constatazione che è successo qualcosa di grave

"a buseca" - la trippa

Prima di tuffarci nell'arte culinaria e di parlare (con l'aiuto di Giusepèn) della "buseca" (trippa), devo occuparmi di una frase che mi ha suggerito l'amico Luigi Pinciroli del "SORRISO" di Borsano (opera davvero meritoria) - "m'a sa riscia i busechi" (mi si arrotolano le budella) che nulla ha a che fare con la "buseca" - vediamone subito gli aspetti: La "buseca" è la "trippa" confezionata con il "foiolo" (parte principale delle budella del maiale), ma "i busechi" citati da Pinciroli, sono le budella delle persone.

Il "m'a sa riscia i busechi" letteralmente si traduce in "mi si attorcigliano le budella", ma Giusepèn vuole spiegare il come e il perché, le "budella debbano …. attorcigliarsi". La causa principale è la paura o la constatazione che è successo qualcosa di grave.

Quando alla paura si aggiunge il …. terrore, allora si utilizzava proprio questa frase. Appunto, "m'a sa riscia i busechi" - proviamo a immaginarci le "budella" che si attorcigliano. Provocano dolori lancinanti che assomigliano parecchio a una tortura. Diventano (questi dolori), qualcosa di atroce, a volte insopportabile, che aggiungono al fatto grave in se stesso, il dolore morale che si prova quando si è a conoscenza di un fatto che va oltre la normale tolleranza.

La cronaca (specie di questi tempi) va oltre l'umana interpretazione e quel che accade, fa rabbrividire. Non si sa più dove finisce il limite della decenza e dove comincia la possibilità di un perdono. Le oltre 100 vittime del famigerato "femminicidio" fanno altro che "riscia i busechi", ma pure lo stupro o la circonvenzione di incapaci, offrono esempi di ….. enormità, compiuti a danno delle persone.  Giusepèn mostra un esempio ricavato proprio dalla cronaca: "ghe in giru di malamenti che 'na olta in ca tua, sta spruzan a dossu caicossa che t'à indurmenta e t'à robam chel che t'e impiegò 'na vita a metai in di ricordi e chi malamenti lì, ti u roban" (ci sono in giro dei lestofanti che una volta entrati in casa tua, ti spruzzano addosso qualche cosa che ti addormenta e ti rubano quanto hai impiegato una vita a porlo nei ricordi e queste persone e quei delinquenti te lo rubano) - Giusepèn è drastico: "in ca mia, ga egn dentu chi ca disu mèn" (in casa mia, entra chi dico io) per chiarire che agli sconosciuti NON si deve permettere di varcare la soglia di casa. Magari si fa la figura di essere impietosi, ma …..occorre essere previdenti.

Sulla "buseca" sarebbe opportuno pubblicare la ricetta originale, a cura del "Magistero dei bruscitti". E' un piatto-forte della cucina milanese, molto in uso anche nella nostra zona - diciamo che al foiolo si aggiungono faseau-burlotti, erburen, patoti, garotul e ….l'e mei andò a ide a rizetta dul Magisteru e …. a buca l'à fò'n bel faciu - fagioli-borlotti, prezzemolo, patate, carote ed …. è meglio andare a consultare la ricetta del "Magistero" e la bocca compie un buon nutrimento.

Giusepèn adesso, invoca Maria …."sta sia, buseca, Maria ….go a madrizia" (questa sera, trippa Maria ….ne ho voglia, ma so già la risposta di Maria…."ta la preporu par duman mesdi; fò a buseca ga oi tempu e pascenza (te la preparo per domani a pranzo …. cucinare la trippa, occorrono, tempo e pazienza).

 

 

Gianluigi Marcora

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