Busto Arsizio - 15 novembre 2023, 08:00

Videosorveglianza a Busto, telecamere triplicate ma «non bastano»

L’assessore alla Sicurezza Loschiavo ha parlato soddisfatto del suo lavoro svolto durante l’attuale mandato: «Avevamo 48 telecamere, siamo arrivati a 148. La sicurezza non può essere demandata solo alle istituzioni»

Videosorveglianza a Busto, telecamere triplicate ma «non bastano»

Dopo un anno e mezzo di mandato, l’assessore alla Sicurezza e alla Mobilità di Busto, Salvatore Loschiavo, ha tirato le somme del lavoro svolto, a partire dal triplicarsi della videosorveglianza in città: «Avevamo 48 telecamere montate e funzionanti, siamo arrivati a 148».  
 
Ma l’assessore non ha intenzione di fermarsi e con l’apertura del nuovo sottopasso di Sant’Anna sono già in programma diverse installazioni: «10 di contesto – per controllare l’area - e 5 portali Ocr, 3 sull’asse del Sempione e 2 su via Cassano, più un sensore anti allagamento per il sottopasso».  
 
L’importanza dei portali Ocr non è da sottovalutare: «Leggono le targhe dell’automobile e ci forniscono i dati, anche del proprietario. Ne abbiamo già diverse posizionate agli ingressi della città e ad oggi sono utilissimi».  
 
E sulle videocamere di sorveglianza: «L’immagine può essere utilizzata solo in caso di denuncia della persona offesa e questo è un limite della videosorveglianza, per cui invitiamo i cittadini a sporgere denuncia entro 7 giorni perché poi le immagini si cancellano automaticamente».  
L'assessore spera che un giorno ci si potrà adeguare a livelli di videosorveglianza internazionali, come in America: «Loro hanno software che ti mandano un alert in tempo reale con grande accuratezza, ma ci sono limiti normativi in Italia. Noi possiamo attrezzarci e prepararci in modo da essere pronti per quando non ci saranno più e come amministrazione stiamo spingendo per ottenere questo risultato».  

 
Ma oltre alle telecamere e alle forze dell’ordine «la sicurezza bisogna farla tutti insieme, non può essere demandata solo alle istituzioni. L’efficacia di un intervento c’è solo se lo facciamo tutti insieme, ognuno con i propri mezzi e le proprie possibilità, non chiediamo ai cittadini di sostituirsi alle forze dell’ordine». E, infatti, in città è appena stato sottoscritto il controllo del vicinato.  
 

Eppure 148 telecamere potrebbero non bastare, quindi l’amministrazione si è mossa per collaborare con i privati: «Sono altri occhi che si aggiungono. Solitamente quando c’è un’indagine, si parte dalle telecamere comunali che vengono poi integrate da quelle dei privati. Con l’amministratrice della Residenza del Conte l’abbiamo fatto e la situazione di degrado si è notevolmente ridotta».  
 
Bisogna però ricordare che le telecamere non sono sempre un deterrente o una soluzione. Non molto tempo fa in centro, un ragazzo ha imbrattato il camioncino della Lilt: «La videosorveglianza l’ha ripreso, si vede anche bene il volto, ma non è noto alle forze dell’ordine e non riusciamo ad individuarlo». E la zona pedonale è «sorvegliata centimetro per centimetro, abbiamo fatto l’ultimo intervento ad agosto». Un altro fattore che aiuta nell'ambito della sicurezza è la formazione degli agenti, motivo per cui l'assessore ha voluto «ringraziare il comandante Lanna che sta organizzando dei corsi perché ci crede moltissimo». 

Michela Scandroglio

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