Lo vedo allegro, Giusepèn e so anche il motivo. Me lo dice appena dopo i saluti. "Al so parché se cuntentu" (so il motivo per il quale sei contento); "ul du da nuembar ghe sassù a to tusa" (il due di novembre è nata tua figlia). Vero, verissimo. E quest'anno, mia figlia Sabrina compie 50 anni (sic). E' nata il 2 novembre 1973 e ricordo tuttora …. l'attesa, la sofferenza, la spasmodica tensione che ho vissuto in quei momenti. Aspettavamo Sabrina quasi fosse un premio di vita dapprima tacito o inarrivabile; poi si è concretizzato.
Andiamo con ordine: il 1° di novembre è la Festa di Ognissanti. Chi non ha un santo preciso dedicato al proprio nome, può sempre festeggiare il proprio Onomastico il primo di novembre. Tanto più che anche il Codice Civile considera tale data, Festa solenne. Poi arriva il 2 novembre che recita su ogni calendario, Commemorazione dei Defunti. Significa ricordare pubblicamente chi ci ha preceduto e chi ha compiuto per noi qualcosa di eclatante. Impropriamente, il 2 di novembre è chiamato Giorno dei Morti, ma non è così. Quindi, commemorare è ricordare, si festeggia chi ha donato la vita per la Patria; chi ci ha donato la vita e con essa, ci ha donato Educazione, Valori morali e ogni tipo di insegnamento.
Per un "foscoliano" come me, il 2 novembre è sempre vissuto quale ringraziamento dovuto al destino per quanto accade senza la volontà delle persone. Quindi, commemorare gli Eroi che hanno immolato la loro vita per la Patria e commemorare genitori e nonni che ci hanno dato la vita con tutto quel che segue, l'ho sempre considerato un privilegio per chi resta che deve essere remunerato da nobili considerazioni. Quindi, COMMEMORARE è segno di Festa e quel 2 novembre 1973 è arrivata al mondo la mia Sabrina. Chi ha letto il mio libro dal titolo FATTI MIEI sa quali emozioni ho vissuto (che non sto qui a ripetere) e quanto Sabrina ha fatto luce nel mio cuore.
Un Elzeviro (articolo di fondo della 3° pagina - quella Culturale) che Prealpina pubblicò il 6 novembre 1973 inizia con "è l'ora di morire. Quando la Felicità irrompe nella vita come un fiume in piena, rischia di spaccare gli argini" ed io "pregavo" di …..spaccarmi una gamba, di farmi male, per non dovere subire un infarto, tanto il mio cuore era sballottato da emozioni incontenibili. Anche per il fatto che prima di Sabrina, aspettavamo Gianluca che arrivò nei "giusti momenti", ma che, per un ineluttabile gioco del destino …. è diventato un Angelo nel giro di pochi momenti - era il 2 gennaio 1973 e su consiglio medico, in dieci mesi esatti dello stesso anno, da Gianluca si è giunti a Sabrina.
Mi direte: cosa augurare a questa Ragazza-Donna che il 2 novembre 2023 compie 50 anni?, mezzo secolo di vita? dieci lustri? - la risposta è ovvia …. le auguro tutto il bene del mondo, tutto l'amore possibile, ogni passo della mia vita che lei potrebbe "richiedermi" in ogni momento. Siccome non voglio cadere nel pietismo, dico semplicemente che l'emozione di avere una figlia così è qualcosa di meraviglioso.
Accennavo al mio essere "foscoliano" - lo ribadisco, anche per sottolineare come Ugo Foscolo, col suo Carme "dei Sepolcri" analizza compiutamente la "corrispondenza di amorosi sensi che unisce il vivo al caro estinto" e che "pia la terra" che raccoglie un corpo di chi si è amato, saprà fornire alla "anima" la delicatezza della pace, la voglia di vivere, l'itinerario da percorrere, dentro l'alveo della memoria. "Sol chi non lascia eredità di affetti, poca gioia ha dell'urna" ed è un monito. La "eredità di affetti" proviene dal cuore, è puro spirito, è impegno, lungimiranza per offrire a chi arriverà dopo di noi, un esempio che si potrebbe seguire o rigettare se fosse un "peso".
Foscolo ci pone un "insegnamento di vita" che deve essere "percorso" nel viottolo della liceità, in ciò che è lecito e legale. Diversamente, il pretesto di vivere somiglia più a un agguato che al viver civile.
Poi c'è il 4 novembre - la Storia ci dice qual è la sacralità di quell'avvenimento. Unità dell'Italia che consentì agli italiani di rientrare in possesso delle città di Trento e di Trieste ( trattato di villa Giusti 1918) e salvaguardare i nostri confini che arrivano al sud-Tirolo. - la Festa della Vittoria (1° guerra mondiale) è stata celebrata sino al 4 novembre 1976 poi con legge del 5 marzo 1977 numero 54, col Governo Andreotti, tale festa fu abolita.
Novembre, dunque, inizia coi ricordi e le commemorazioni. Da tenere presente, soprattutto quando si deve compiere un gesto o quando non si può dimenticare la gioia dell'appartenenza.
A Giusepèn porgo una bottiglia "nuova di zecca" del Nocino che una gentile Lettrice mi ha donato per il sentimento che nutre per noi due. Cin-cin Giusepèn e grazie infinite alla cara Lettrice!