Nel 79esimo anniversario dell’uccisione, sindaci, amministratori comunali, associazioni, sindacati e semplici cittadini hanno ricordato a Cassano Magnago il sacrificio del partigiano Mauro Venegoni. Novità delle celebrazioni di quest’anno, l’importante partecipazione dei giovani.
Il maltempo ha costretto ad annullare gli intermezzi musicali dell’orchestra del liceo Candiani Bausch di Busto Arsizio, ma i consueti interventi di istituzioni e Anpi sono stati intervallati dalle letture dei rappresentanti del Consiglio comunale dei ragazzi di Cassano Magnago e delle studentesse del liceo bustocco e della scuola secondaria di primo grado Dante Alighieri di Legnano.
Oratore della mattinata, Dario Venegoni, presidente dell’Associazione nazionale ex deportati e nipote di Mauro.
La commemorazione si è aperta con un piccolo corteo che si è mosso verso il cippo al confine tra Busto e Cassano dedicato al partigiano, nel luogo in cui venne gettato il suo corpo martoriato dai fascisti.
Tra i numerosi labari e gonfaloni di Anpi e amministrazioni comunali, un paio di vessilli di partito e una bandiera della Palestina, oltre allo striscione del Comitato Antifascista di Busto. Le studentesse della scuola di Legnano hanno invece portato uno striscione con la scritta «Per non dimenticare, guardando al futuro».
E proprio l’intenzione di calare nel presente il messaggio di Venegoni ha fatto da filo conduttore dei vari interventi.
Il primo è stato quelle del sindaco di Cassano Pietro Ottaviani, affiancato dai colleghi di Busto Emanuele Antonelli e Legnano Lorenzo Radice, che ha ricordato come «negli anni della dittatura fascista il dissenso non venne soffocato del tutto. Una minoranza di italiani ebbe il coraggio di continuare a esprimerlo, pagando un prezzo altissimo». Tra questi c’era Mauro Venegoni, nato a Legnano, arrestato a Busto e sepolto frettolosamente a Cassano.
Fu tra i primi a costituire le formazioni partigiane nella zona. Venne catturato e «nonostante le torture subite non rivelò nulla che potesse tradire la Resistenza – ha proseguito Ottaviani –. Nemmeno quando i repubblichini ne straziarono il volto e il corpo. Oggi lo ricordiamo per aver sacrificato la propria vita per la libertà, la giustizia, la democrazia e perché ci ha consegnato un patrimonio che va custodito e trasmesso».
«La storia di Venegoni parla al futuro, alle nuove generazioni – gli ha fatto eco il presidente dell’Anpi di Legnano Primo Minelli –. Chiediamo che la sua figura sia insegnata nelle scuole, per i valori civili e morali che racchiude. A maggior ragione oggi, in tempo di guerre».
Lo scorso anno, nella stessa occasione, il sindaco bustocco Antonelli aveva auspicato nel suo discorso la partecipazione di ragazzi e insegnanti.
E così oggi è stato. Sono intervenuti prima diversi rappresentanti del Consiglio dei ragazzi di Cassano, a partire dal sindaco junior Riccardo Puricelli che ha sottolineato come «Mauro Venegoni era libero perché il suo pensiero ero libero. E il suo ricordo è attuale perché basato sui principi della Costituzione: lavoro, libertà uguaglianza, democrazia e pace».
La studentessa del liceo Candiani Bausch Andrea Baltieri ha interpretato la lettera scritta da una partigiana alla figlia, immaginando la risposta della piccola.
Le studentesse delle Dante Alighieri di Legnano, invece, hanno letto un loro messaggio rivolto a Mauro Venegoni, chiedendosi se «noi riusciremo ad avere la stessa forza e determinazione per difendere la pace» e chiedendo al partigiano se oggi penserebbe che «vale la pena sacrificarsi per la libertà».
«Risponderebbe di sì», ha detto il nipote e presidente di Aned Dario Venegoni, soffermandosi sui «giorni tristi» che stiamo vivendo, segnati dalla «guerra mondiale "a pezzi"» di cui aveva parlato Papa Francesco. Dal Sudan alla situazione in Afghanistan all’Ucraina, «di cui non parla più nessuno perché c’è una guerra nuova, ancora più drammatica, con due popoli, ognuno con le proprie ragioni per voler vivere in quel territorio. La guerra moderna sempre più spesso è contro i civili, come ci aveva insegnato “da dentro” Gino Strada».
L’insegnamento di Mauro Venegoni è «cercare di essere liberi e batterci per la libertà di tutti. Varrà sempre la pena di lottare per la libertà e la democrazia, per i diritti dei singoli, per il rispetto della persona umana».