«Il Romanico è lo stile architettonico che in tutta l’Europa Occidentale ha contrassegnato la rinascita dopo l’anno Mille: dalle grandi cattedrali francesi alle severe costruzioni della Germania renana, dalle chiese della Spagna settentrionale, decorate con stupendi affreschi alle semplici chiese dell’Inghilterra sassone e normanna, fino alle diverse declinazioni strutturali e decorative delle regioni italiane: basti pensare al Duomo di Modena a San Zeno a Verona, all’eleganza del romanico pisano o ai richiamo bizantini del romanico pugliese. Il piccolo territorio varesino, erede del contado longobardo del Seprio, era influenzato tanto dal romanico milanese, legato alla pianura padana dove elemento predominante era il ‘cotto lombardo’, quanto da quello comasco, nel quale la pietra delle Prealpi costituiva il nucleo primario di ogni nuova struttura che i ‘maestri comacini’ venivano realizzando».
Così esordisce Carlo Magni, presidente dell’Università cittadina per la cultura popolare e vicecapodelegazione del Fai Seprio per presentare la conferenza che terrà mercoledì 4 ottobre (ore 15.30) al Museo del Tessile nell’ambito del calendario degli incontri per la terza età. Farà luce sulle tracce del romanico in provincia di Varese e delle numerose opere d’arte che risalgono a quel periodo.
«Molto resta di quella stagione - prosegue - Spesso un battistero o un campanile (sovente divenuto torre civica) ci ricordano la presenza di un edificio romanico, ma molto è scomparso sopraffatto dal passare del tempo e dal cambiamento dei gusti artistici: nel XVII secolo le due maggiori città, Varese e Busto Arsizio videro la distruzione delle loro basiliche romaniche per far spazio a grandiosi templi barocchi».
Da qui fa un percorso significativo della architettura ecclesiastica dei secoli XII e XIII con alcuni punti di eccellenza: cita «San Pietro a Gallarate, il complesso basilicale di Arsago Seprio (la ‘Pisa lombarda’ come qualcuno ha voluto definirla), la basilica di Brebbia, San Vittore a Brezzo di Bedero, San Pietro a Gemonio, il chiostro di Voltorre, la Badia di San Gemolo a Ganna, i battisteri di Varese e di Arcisate, Santa Maria in Campagna a Ligurno, frazione di Cantello, la chiesa del Monastero di Torba, senza dimenticare Santa Maria foris portas di Castelseprio che nella sua struttura e nei suoi celebri affreschi si pone in anticipo del romanico, costituendo quasi un ponte artistico tra la classicità e la rinascita del nuovo millennio».