Economia - 01 settembre 2023, 07:00

Rifiuti elettronici: cosa c’è da sapere

Rifiuti elettronici: cosa c’è da sapere

Gli ultimi decenni hanno visto la progressiva diffusione di dispositivi elettronici di vario tipo, come ad esempio computer, tablet o smartphone. Nel corso del tempo questi oggetti finiscono per non essere più utili, sia perché si guastano, sia perché vanno incontro alla cosiddetta obsolescenza. In questi casi finiscono nei rifiuti, ma bisogna fare molta attenzione perché contengono elementi nocivi per l’ambiente. Per questo motivo è importante smaltirli in maniera adeguata, affidando il lavoro a aziende specializzate come Aneco Rifiuti, con una grande esperienza in questo settore.

Continuate a leggere se volete saperne di più sul perché i rifiuti elettronici andrebbero smaltiti in maniera corretta.

Quali sono i rifiuti elettronici?

Nel nostro incipit abbiamo parlato dei rifiuti elettronici facendo riferimento soprattutto a ciò che riguarda l’informatica. Questo particolare gruppo di rifiuti è molto ampio, e ha un acronimo tutto suo: RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche).

Sotto questa definizione si trovano molti prodotti, come ad esempio i vari elettrodomestici, sia grandi che piccoli, ciò che serve per l’illuminazione e persino alcuni giocattoli.

Ci sono precise normative che regolano il loro smaltimento.

Un ricambio piuttosto rapido

I dispositivi elettronici spesso finiscono per essere cambiati in tempi piuttosto brevi, e il motivo è l’obsolescenza. La tecnologia fa ogni giorno passi in avanti, e in pochi anni prodotti come gli smartphone o i tablet potrebbero risultare obsoleti. Capita quando ad esempio non si può più aggiornare il sistema operativo e scaricare le ultime versioni delle applicazioni di cui si ha bisogno. Lo stesso vale per i computer, che tendono spesso a richiedere una maggiore potenza di calcolo per installare e far funzionare correttamente i nuovi programmi.

Inoltre anche i guasti possono essere un problema. Oggi molti dispositivi elettronici sono abbastanza difficili da riparare a causa della loro struttura interna, e potrebbe essere più conveniente acquistare un nuovo telefono o un nuovo tablet piuttosto che sistemare quello vecchio.

Tutte queste situazioni hanno portato a un aumento nella quantità di rifiuti elettronici da non sottovalutare.

I danni per l’ambiente

I dispositivi elettronici possono essere molto nocivi per l’ambiente. In primis i loro materiali non sono biodegradabili, ciò significa che una volta lasciati nella natura resteranno lì per decine di anni. Le materie plastiche non mancano, e lo stesso vale per molte tipologie di metalli.

Inoltre molti dei materiali che si possono trovare all’interno di questi oggetti sono davvero inquinanti, come il mercurio e il piombo.

Per i singoli è più facile smaltire questi prodotti in autonomia. Le aziende invece potrebbero ritrovarsi con una mole non indifferenti di rifiuti, magari in occasione di un aggiornamento di tutta l’attrezzatura. In queste situazioni la soluzione ideale è quella di affidarsi a imprese specializzate.

Riciclare il più possibile

Con un corretto smaltimento si possono recuperare numerose materie prime da questi prodotti, evitando di doverne ottenere di nuove per la produzione di prodotti simili. Smaltendo i rifiuti elettronici è possibile ottenere ferro, acciaio, oro, vetro, mercurio, rame e altri materiali.

Con questo sistema si ottengono due risultati. Le materie prime non vengono disperse nella natura, favorendo una maggiore sostenibilità ambientale, e si riduce lo spreco di importanti materiali.

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