Economia - 22 agosto 2023, 07:00

Rete idrica: l'Italia ha un problema di sprechi di acqua potabile

La siccità in Italia rappresenta un problema estremamente serio, che richiede un’attenta gestione delle risorse idriche e un maggiore impegno contro gli sprechi di acqua potabile.

Rete idrica: l'Italia ha un problema di sprechi di acqua potabile

La siccità in Italia rappresenta un problema estremamente serio, che richiede un’attenta gestione delle risorse idriche e un maggiore impegno contro gli sprechi di acqua potabile.

La minore disponibilità di questa risorsa è determinata innanzitutto dalle riduzioni delle precipitazioni e della neve in montagna. Secondo i ricercatori della Fondazione CIMA, infatti, a livello nazionale nel 2022 la quantità di acqua stoccata nella neve accumulata in quota risulta inferiore del 50% alla percentuale del 2010.

A questo calo bisogna aggiungere le perdite della rete idrica, un’infrastruttura capillare di 500 mila chilometri di acquedotti, raccordi e connessioni in cui ogni anno vengono immessi 2,4 miliardi di metri cubi d’acqua secondo l’Istat. Di questi, tuttavia, 0,9 miliardi di metri cubi vanno dispersi a causa delle inefficienze della rete, con uno spreco nazionale di 41 metri cubi d’acqua per Km di rete al giorno.

D’altronde, secondo l’Istat il 60% degli acquedotti ha più di 30 anni e il 25% oltre 50 anni, quindi servirebbero ingenti investimenti per ammodernare l’infrastruttura idrica nazionale e ridurre le perdite lungo la rete.

Ciò è ancora più urgente considerando l’impatto del cambiamento climatico sulle riserve d’acqua dolce, dall’incremento delle temperature che favorisce l’evaporazione all’aumento della siccità che minaccia la sicurezza idrica in molte zone d’Italia.

La situazione della rete idrica in Italia a livello locale

Ovviamente la situazione della rete idrica italiana non è omogenea in tutto il Paese, con profonde differenze sia livello regionale che urbano.

Per quanto riguarda nello specifico le regioni, secondo quanto riportato dall’Istat, le maggiori criticità si registrano in Abruzzo, in cui si arriva al 56% di dispersione idrica a causa delle perdite di rete, a fronte di una media italiana del 36,2%. Seguono l’Umbria, dove la percentuale tocca il 55%, il Lazio, che raggiunge il 53%, e infine le isole, con Sardegna e Sicilia entrambe a quota 51%.

Per quello che riguarda le città, invece, la maglia nera spetta a Frosinone con l’80% di spreco idrico, ma la situazione rimane piuttosto seria in tutta Italia, dove oltre un capoluogo su tre registra perdite che superano il 45%.

Nel complesso sono solo 7 i centri urbani dove si rilevano sprechi idrici inferiori al 15%. Tra i comuni più virtuosi in Italia per efficienza della rete idrica è possibile annoverare una sola grande città, vale a dire Milano.

Questo importante risultato raggiunto dal capoluogo lombardo è frutto del lavoro di imprese come Gruppo CAP, la società pubblica che si occupa del servizio idrico e della fornitura di acqua potabile nella Città metropolitana di Milano. L’azienda non solo gestisce una delle reti idriche più efficienti d’Italia, ma garantisce anche un’elevata qualità e sicurezza dell’acqua ad uso domestico, analizzando circa 20.000 campioni e determinando oltre 700.000 parametri chimici e microbiologici.

Le buone abitudini per evitare gli sprechi di acqua potabile

L’Italia è il primo Paese in Europa per prelievo di acqua potabile per abitante all’anno, con 160 metri cubi a persona.

Per ottimizzare i consumi è possibile cambiare alcune abitudini quotidiane e adottare comportamenti più virtuosi, con cui ridurre gli sprechi.

Per quanto riguarda l’utilizzo degli elettrodomestici, per esempio, è consigliabile utilizzare lavatrice e lavastoviglie soltanto a pieno carico, optando per i programmi eco laddove disponibili.

Naturalmente, è importante chiudere sempre il rubinetto quando non serve, riparare subito guasti che provocano perdite oppure una minore disponibilità d’acqua, così come preferire la doccia al bagno in vasca.

Oltre alle buone abitudini, è possibile adottare soluzioni in grado di ridurre i consumi legati ad alcune pratiche quotidiane, per esempio installando frangigetto ai rubinetti oppure cassette a doppia pulsantiera per quello che riguarda lo scarico del wc.

Le caratteristiche dell’acqua potabile del rubinetto

L’acqua che arriva nelle case italiane proviene in genere da falde acquifere profonde, ma a seconda della zona può avere origine da sorgenti naturali o fiumi. Le riserve di acqua nel sottosuolo si formano con lo scioglimento dei ghiacciai, per questo è fondamentale che durante l’inverno si verifichino nevicate sufficienti e prolungate per ricaricare le falde.

Dopodiché, l’acqua viene prelevata attraverso una serie di pozzi e, se necessario, sottoposta a un processo di potabilizzazione. Un tipo di sistema utilizzato per trattare l’acqua in presenza di composti organici è rappresentato dagli impianti a carbone attivo, altrimenti per depurare l’acqua da sostanze di origine geologica, come ammoniaca, ferro o manganese, si ricorre agli impianti di ossidazione e filtrazione. Naturalmente non sempre questo intervento è necessario, infatti in alcuni casi l’acqua di falda è già di ottima qualità e può essere utilizzata direttamente.

Durante tutte le varie fasi l’acqua per il consumo umano viene sottoposta a rigidi e numerosi controlli, per garantire che rispetti i requisiti stabiliti dal D.Lgs. 18/2013 e dalla normativa europea di riferimento (Direttiva UE 2020/2184).

Le verifiche sono realizzate in modo scrupoloso dai laboratori delle società che gestiscono i servizi idrici, oltre che dall’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) di competenza. Il risultato finale è un’acqua potabile sicura e sana, rigorosamente conforme ai parametri microbiologici e chimici previsti dalla legge.

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