Riceviamo e pubblichiamo:
Gentile Redazione,
Con la rabbia e la delusione nel cuore vi scrivo una breve lettera per rendere pubblica un’esperienza che ho vissuto ieri mattina nella nostra Varese e che mi ha lasciata esterrefatta.
Mi trovavo al comando della Polizia Locale per una questione di permessi, in coda allo sportello insieme ad altre persone. Tra loro una giovane mamma, accompagnata da un bimbo che avrà avuto 6 o 7 anni e da un neonato in culla che - ho appreso parlando con lei - aveva appena superato il mese di vita.
Era palese che la ragazza fosse in una situazione di difficoltà, tra i due pargoli da gestire e l’esigenza di dover comunque stare in coda per arrivare a sbrigare la propria pratica. Oltretutto quel tempo prolungato di attesa non faceva del bene al neonato: a poche settimane di vita, un bambino non ha ancora gli anticorpi adatti a stare tra la gente in un ufficio pubblico. Eppure era stata costretta a portarselo dietro.
Non ci ho pensato due volte: nonostante fosse arrivata dopo di me, le ho ceduto il mio posto nella fila, invitando poi gli altri soggetti in coda - tutte persone sui 50-60 anni - a fare lo stesso.
Ebbene: nessuno l’ha fatta passare.
Sono rimasta allibita. Nessuno si è offerto di cedere il proprio posto: non un uomo, non una donna che abbia detto “prego, si accomodi, non si preoccupi”. Tutti “sordi” e attaccati alla propria precedenza: nemmeno quando mi sono permessa di far notare la situazione ad alta voce, sono riuscita a smuovere qualche coscienza.
Si parla spesso di giovani maleducati e insensibili… Forse dovremmo aggiustare il tiro: i maleducati e gli insensibili con cui ha avuto purtroppo a che fare quella donna, erano ben dentro la fascia degli “anta”…
Morale? Ho assistito a un episodio di inciviltà assoluta. Qui non è questione di galanteria, ma di rispetto, educazione, spontaneità. E di una colossale dimenticanza che sta rendendo sempre più arida la vita di tanti essere umani: molti non si ricordano più quanto sia bello e quanto faccia bene, soprattutto a noi stessi, essere ogni tanto gentili con gli altri…
Un caro saluto
Paola Frascaroli