Ieri sera la terza edizione di “Corri per Sant’Anna 2.0”, la corsa competitiva - ormai diventata una tradizione - organizzata dalla cooperativa Intrecci con la parrocchia di Sant’Anna per sostenere le attività del dormitorio della domus Madre Teresa. Questa iniziativa si inserisce nella festa patronale.
Quest’anno - nonostante l’organizzazione affrettata e la minaccia del maltempo - gli iscritti sono stati 39, confermando i numeri degli anni scorsi. I partecipanti hanno ricevuto una maglietta, a ricordo di questa serata all’insegna dello sport e della beneficenza.
Hanno corso tutti insieme, per distanze diverse: i più allenati hanno concluso 4 giri del percorso, i neofiti solo 2. La partenza e l’arrivo in parrocchia, segnate da qualche goccia di pioggia che, però, non ha scoraggiato i corridori.
È stata un’occasione per conoscere Sant’Anna, un quartiere di solito poco frequentato. Ma l’iniziativa ha richiamato non solo le persone della zona, ma anche quelle di altre parti di Busto Arsizio e, addirittura, gente che abita in altre città.
Sul percorso, i partecipanti hanno potuto usufruire di un punto ristoro dove bere dell’acqua e sono stati scortati dalla Croce Rossa Italiana.
Alla fine, la premiazione dei primi classificati delle due categorie, e anche del più anziano e del più giovane corridore: l’iniziativa ha coinvolto persone di tutte le età, a partire dai bambini.
Per l’organizzazione hanno aiutato gli ospiti del dormitorio della parrocchia - che hanno necessità di accoglienza temporanea: hanno disposto i segnali sul percorso e preparato tutto il necessario alle iscrizioni e allo svolgimento.
«Le persone che vengono ospitate al dormitorio - ha spiegato Giovanni Formigoni, responsabile del dormitorio parrocchiale per la cooperativa Intrecci - stanno attraversando un percorso che le sta portando da una situazione di difficoltà ad una graduale ripresa dell’autonomia. Come la corsa ti riattiva il corpo, noi diamo una scossa alle loro vite, per raggiungere un obiettivo. È una corsa verso l’autonomia».
E i risultati si vedono: grazie al sostegno degli educatori, in molti riescono a riscattarsi velocemente e a raggiungere lo scopo di migliorare la propria vita. In questo modo, il ricambio degli ospiti è frequente, e il dormitorio riesce a fornire un servizio performante alla città di Busto.
Una nobile causa quella che hanno sostenuto i corridori, che si sono messi in gioco con spirito competitivo, ma soprattutto con la voglia di fare del bene. E alla fine, un momento di convivialità, con lo stand gastronomico che vendeva salamelle, panini, bibite e tanto altro.
Gli organizzatori sono soddisfatti del risultato e dell’affluenza, ma don David Maria Riboldi promette che l’anno prossimo sarà ancora meglio, in occasione dei 25 anni della domus Madre Teresa.