Non chiamatele vittime: sono vite immortali. Grazie all'affetto dei familiari ma anche degli olgiatesi che accorsero a tentare di prestare soccorso quel 26 giugno 1959 quando l'aereo decollato da Malpensa fu colpito da un fulmine e che ancora oggi ricordano quelle 70 persone a bordo come fossero loro cari. C'è chi si prende cura di una tomba, chi tramanda il ricordo e chi ha saputo coinvolgere i ragazzi, capaci poi di coltivare la memoria con il loro modo diretto ed emozionante.
Come 64 anni fa
Dagli Usa e da altre parti d'Italia sono arrivati i parenti di coloro che perirono in quella tragedia. Anche tre generazioni riunite, che hanno volato oltre l'oceano ripetutamente o per la prima volta, e sono rimaste colpite dall'affetto di questa comunità e dalla freschezza della cerimonia. Questo perché lo staff promotore degli eventi commemorativi, guidato da Alberto Colombo, ha puntato anche su un progetto didattico nella scuola secondaria di primo grado Dante Alighieri: presente la vicaria del dirigente Canavesi e le professoresse Elisabetta Feraco, Maria Cristina Gatti e Laura Bianchi. Giunto alla tredicesima edizione, finora ha visto partecipare 1.231 alunni (quasi il 10% della popolazione residente a Olgiate Olona) e in questo anno scolastico sono stati coinvolti i ragazzi delle sezioni 3A, 3D e 3E.
Ma prima il rintocco del campanone alle 17.33 e la lettura di tutti i nomi delle 70 vite immortali.
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È il momento delle preghiere, in italiano e in inglese, iniziate da don Giulio Bernardoni. Per il Comune, un dovere istituzionale e non solo: un forte senso di fratellanza. Il sindaco Giovanni Montano ha ribadito: «Noi olgiatesi ci sentiamo vicini al dolore dei familiari delle vittime. I nostri parenti accorsero sul luogo del disastro e noi abbiamo gli stessi sentimenti oggi».
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Le voci dei ragazzi
Poi, le voci dei ragazzi. Gli elaborati scrltti dopo la conversazione in classe dello scorso marzo, sono stati valutati in forma anonima dalla giuria esterna alla scuola: dieci quelli giudicati meritevoli, tutti premiati con attestato.
I primi primi tre classificati hanno letto il proprio lavoro e ricevuto un buono libri omagglato dai familiari di Pietro Castelnovo - una delle persone che viaggiava su quell'aereo - consegnato dal figlio Emanuele.
Al primo posto "Ali spezzate" di Alice Fontana, poi "Lacrime" di Riccardo Della Torre, terzo "Settanta vite perse in un secondo" di Samuele De Paola. Quest'ultimo ha ottenuto anche un altro riconoscimento in quanto ha toccato la sua capacità di trasmettere l'importanza della memoria: «Non solo a loro - le famiglie - spetta ricordare le vite spente che non volevano andare; anche nostro è il compito di celebrare quelle settanta anime che possiamo ancora amare».
Ricordiamo anche gli altri sette ragazzi che hanno ricevuto l'attestato: Bracaloni Camilla Nausica, Corso Gaia, Genellina Valentina Rosalinda, Marrazzo Salvatore, Pascaneanu Francesca, Scelba Yara Paola, Volontè Alessio.
Ma ci sono altri due attestati fondamentali. Quello per la Protezione civile che si prende cura del monumento e quello per la famiglia di Giuseppina Airaghi Landoni, che da lei hanno preso il testimone per prendersi cura della tomba di Maria Fermi Sacchetti.
Quel temporale e il boato
Dopo la cerimonia, gli abbracci, occhi lucidi e sorrisi e ogni materiale raccolto per essere raccontato sul sito ufficiale QUI. Tanta fierezza per i genitori della vincitrice Alice, Carlo e Cristina. E il racconto di Luisella Minorini, assessore ai Servizi educativi che ha avuto la gioia anche di vedere premiato il suo Riccardo, ma racconta pure la memoria che porta con sé da bambina: quel temporale, il boato, i bimbi che vengono fatti rientrare. Momenti che Olgiate non dimenticherà mai e i suoi ragazzi sono decisi a far sì che quelle vite siano davvero immortali, perché - come ha scritto Samuele - le possiamo ancora amare.
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