Busto Arsizio - 17 giugno 2023, 21:03

Pro Patria, cinquant’anni di passione biancoblù alla festa degli ultras. E la storia continua

Musica, cucina, iniziative per i più piccoli al Caravanseray. Ma soprattutto un viaggio nel tempo con i protagonisti del tifo bustocco che hanno ripercorso aneddoti maturati in mezzo secolo di storia. L’abbraccio con gli amici di Trieste

Pro Patria, cinquant’anni di passione biancoblù alla festa degli ultras. E la storia continua

Cinquant’anni di passione per i colori biancoblù ripercorsi in una grande festa. Gli ultras della Pro Patria celebrano l’importante traguardo al Caravanseray, il locale all’interno del parco Comerio che oggi ha ospitato stand gastronomici, iniziative per i più piccoli con la mascotte Tigrotto 1919, una dimostrazione di arti marziali con la Combat Soul asd.
E ancora musica e i cimeli del Pro Patria Museum. Presente anche una rappresentanza della prima squadra: nel pomeriggio sono passati in via Magenta i giocatori Davide Ferri e Leonardo Piran.

La Festa Biancoblù è stata l’occasione per trascorrere una giornata all’insegna della passione per la Pro Patria, ma anche per condividere i tanti ricordi maturati in cinquant’anni di tifo organizzato.
Nel tardo pomeriggio, infatti, è stata ripercorsa la storia della curva bustocca. Sul palco allestito all’interno del palco si sono alternati i protagonisti di tante trasferte e avventure che, stimolati dalle domande di Claudio Linari e Carlo Limido, hanno raccontato storie e aneddoti.

Partendo da figure “storiche” come Vanni Lattuada e Giovanni Pellegatta, attuale presidente del Pro Patria Club, sul palco con il tifosissimo Daniele De Grandis.
Passando poi per le generazioni successive di supporter e per i vari gruppi nati e scioltisi in questi cinquant’anni.

Giulio Di Lonardo ha ricordato che al sostegno «portato sempre avanti per la squadra e il nome della nostra città», a un certo punto si è affiancato quello per la nazionale, che ha permesso di «costruire tantissimi rapporti e ci ha dato grandi emozioni in giro per l’Europa».

Lele Magni si è invece soffermato sui tempi delle trasferte in Eccellenza, quando ci si spostava in 700 alla volta di Cairate. «Oggi mi fa male vedere lo scarso affetto verso la Pro – ha detto –. Perché a Bergamo si tifa Atalanta, a Brescia il Brescia, mentre a Busto il Milan, l’Inter o la Juve? Io sono cresciuto allo stadio, al Pro Patria Club, condividendo chilometri e scazzi. C'era una fratellanza bellissima. Oggi l’ultras viene visto come il nemico e questo mi addolora».

Nei diversi racconti trovano spazio episodi coloriti che hanno riguardato il rapporto con le altre tifoserie, il ritrovo a Comunità Giovanile e qualche frecciata ai lilla di Legnano.
Sul palco, infine, anche i rappresentanti di tifoserie gemellate: Sassari, Cremona e soprattutto Trieste. Da questi ultimi, il dono di una targa a sancire l’amicizia tra le due città.
Spazio quindi ai cori, poi via alla musica con i Nient’altro che noi, tribute band degli 883.
Prima, però, la parola alla nuova generazione dei tifosi. Come a dire che la storia degli ultras non finisce qui.

R.C.

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