Lunedì 12 giugno, mattina. Il negozio di Gianni Sparacia è chiuso. Ma è il turno settimanale delle pulizie più approfondite e il titolare si trova in trincea, a sorvegliare bonariamente le operazioni. Il suo telefono squilla in continuazione. «Gianni, hai saputo?». «Sì». Allarga le braccia, scuote la testa. Appena gli si chiede di Silvio Berlusconi cerca le foto che conserva gelosamente. E che regala a quanti ritiene meritevoli della sua stima e del suo affetto.
Sparacia, il parrucchiere dei vip, ha legato la sua esperienza professionale alle Tv di Silvio Berlusconi. Ha seguito il politico, ha apprezzato l’imprenditore, ha conosciuto l’uomo. La foto che lo ritrae mentre sistema Silvio Berlusconi è, oggi, al centro di due collage esposti in vetrina, incastonata tra le immagini con Mike Bongiorno, Lucio Dalla, Ivana Spagna, Luciano Gemma e una miriade di personaggi appartenenti al mondo della tv, della musica, della cultura (FOTO SOTTO). «Non posso dimenticare – confida con un pizzico d’orgoglio - figure come Sandra Mondaini e Raimondo Vianello, Omar Sharif, Dustin Hoffman». C’è anche Enzo Tortora, ai tempi di Antenna 3: regge il microfono proprio al coiffeur, mentre questi gli consegna un premio.
Sparacia, come vive questo momento? «Con profonda tristezza. Ma ci arrivo preparato, ho ancora contatti e le notizie non erano per niente buone. Nulla di preciso, ma abbastanza per prepararsi a questo momento». La “firma Sparacia” si è affermata quando ancora si parlava di “parrucchieri”. Carriera e reputazione sono cresciute anche nell’epoca in cui hanno iniziato a prendere piede termini come “fashion” e “styling”. Ma lui, Gianni, è sempre il siciliano di Gallarate (ha ricevuto la benemerenza civica) col sorriso facile.
Come è nata l’esperienza alla corte di Berlusconi? «Avevo alle spalle tanto lavoro con la televisione. Telenord, Canale 51, Tele Alto Milanese. Antenna 3. In Fininvest sono arrivato grazie a Ric e Gian». Quello che divenne “il cavaliere”, figura imprescindibile nei mondi dello spettacolo, dell’editoria e della politica, stava creando una realtà prorompente, che esigeva impegno totale: «Ricordo che certi balletti si registravano alle cinque o alle sei di mattina. Naturalmente bisognava che i capelli fossero a posto, quindi…».
Quando è stata la prima volta che ha “messo le mani in testa” a Berlusconi (i suoi capelli divennero, in seguito, oggetto di speculazioni e ironie a sfondo politico-sociologico, anche a livello internazionale)?. «Credo sia stato per una trasmissione di Mike (Bongiorno, Ndr) che lo doveva intervistare. Fu in quella occasione che iniziai a scoprire una persona alla mano, attenta». Un esempio? «Conservo un ricordo. Si entra al ristorante. E, quando si tratta di ordinare, per prima cosa Berlusconi chiede di badare alle guardie del corpo e agli ospiti».
Un carisma tale da convincere Sparacia a seguirlo anche in politica. «Nel tempo, sono successe tante cose, a livello locale e non solo. Però sì, sono stato tra i fondatori di Forza Italia a Gallarate, dove ho fatto l’assessore, e ho partecipato alla fondazione di una trentina di club Forza Italia in tutto il Paese. Alla convention storica di Roma, ovviamente, c’ero».
Qualche aneddoto gallaratese? «Gli avevo fatto sapere della presenza, in città, delle monache benedettine. Quando se ne sono andate mi ha fatto contattare: Gianni, non mi hai detto niente?!».
Quella di Berlusconi, impossibile nasconderlo, è anche stata figura divisiva: la sua parabola umana, imprenditoriale e politica è complessa, costellata di successi e interrogativi. Tendenzialmente, lo amavi o lo odiavi. «Io – lo scontato punto di vista di Sparacia – lo amavo. Non solo per la sua genialità nel comunicare. Anche perché sapeva essere umile, parlare a tu per tu. Me lo ricordo ancora, una volta, subito prima di andare sotto i riflettori, che mi chiede semplicemente: Sparacia, ce l’hai una caramella?».
Il parrucchiere dei vip, oggi, ha sei nipoti, distribuiti tra l’età dell’infanzia e lauree prestigiose, con tanto di lavoro all’estero. Che cosa racconterebbe (racconterà) loro, di Silvio Berlusconi? «La capacità di comunicare, di entrare in sintonia con le persone. E l’umiltà che ho visto».