Giusepèn tira fuori un vocabolo antico che ne determina altri. C'è da sbizzarrirsi, al riguardo. Tutto nasce dall'invito di Maria ad assaggiare il …. gorgonzola. "Damàn un chignoeu" (dammene un pezzo piccolo". Quel "chignoeu" richiama alla mente alcuni sinonimi "tuchetèn, zichinèn, pocu" per dire che si gradisce una quantità piccola di quanto ci viene offerto. Che non è una porzione, ma solo un assaggio, tanto per gradire.
Ho tirato in ballo il gorgonzola, per il fatto che Maria voleva farlo assaggiare a papà, ma si può ben dire "chigneau" anche per la torta o per un assaggio di "salam-crùu", la filzetta, tanto per coronare l'esempio. Il "tuchetèn" fa sempre parte dell'assaggio, ma non solo …. c'è uno sviluppo che si estende sino a somigliare a un complimento. Non è rado vedere un bel tipino, sobrio ed elegante e sentire da chi la sta osservando "l'è un bel tuchetèn" che qui, non è proprio una "piccola porzione" ma è una delicata esaltazione della donzella curata, non volgare, che profuma di semplicità.
Giusepèn non vorrebbe darlo a vedere, ma sotto insistenza nel commentare, si sbottona e dice la sua. "M'in sempar piasu i tusan e i don ben caezzi e cunt'ul fil da belettu sui labar" (mi sono sempre piaciute le ragazze e le donne composte, con un filo di rossetto sulle labbra). Offrono alla bellezza, un segno di grazia e di decoro che un uomo non possiede. "I oman gan i muscul e i gambi peusi. E poeu gan non a grazia in di muimenti" (gli uomini hanno i muscoli e le gambe pelose. Poi, non hanno la grazia delle donne, nei movimenti).
"Vea ca ghe anca certi don che s'a t'à dan un sberluton a te giri quindas dì, ma 'na dona l'e sempar 'na dona e a grazia l'e nassua cun le" (vero che ci sono certe donne che se dovessero darti uno sberlone, giri per quindici giorni, ma una donna è sempre una donna e la grazia è nata con lei).
Filosofo Giusepèn e Maria ascolta bene le sue parole. "Po’, te me mai dì chi robi lì" (papà, non mi hai mai detto quelle parole) e Giusepèn taglia corto "t'e se a me tusa e t'el se pulidu ca te me piosi" (sei mia figlia e sai bene che mi piaci) come se per un papà, è implicito l'apprezzamento per la figlia), Una specie del detto "ogni scarrafone è bello a mamma soia" … e al papà.
Ci sta bene qui, un altro proverbio Bustocco: "chi s'a vanta dààa so butia l'e 'na magra marcanzia". Vuol dire, nella fattispecie che "chi esalta le doti che ha, presenta un livello mediocre": quindi, Maria stia tranquilla che il babbo apprezza le "fattezze" della propria figlia e spera sempre che siano gli altri a esaltarla …. o almeno, riconoscerla.
Anche per questo pezzo: sobrietà, eleganza, giusto per esaltare "ul zichinèn" e "ul chignoeu", ma pure per dire che anche per la bellezza è giusto "confezionare" un "chignoeu" di complimento serio. Che poi è semplicemente una constatazione!




