La dolce Vita - 05 maggio 2023, 18:28

Carenza di farmaci e "mode" sbagliate

È ormai noto a tutti che alcuni farmaci per il diabete sono spesso introvabili in farmacia: un fatto del genere nella nostra società, in cui anche il farmaco è soggetto almeno parzialmente alle leggi di mercato, non era mai accaduto prima...

Carenza di farmaci e "mode" sbagliate

È ormai noto a tutti che alcuni farmaci per il diabete sono spesso introvabili in farmacia: un fatto del genere nella nostra società, in cui anche il farmaco è soggetto almeno parzialmente alle leggi di mercato, non era mai accaduto prima (forse solo per l’idrossiclorochina che si pensava, per un breve periodo, potesse essere utile nella terapia dell’infezione da COVID, ma si trattava evidentemente di un fenomeno eccezionale come è stata la rapida pandemia virale). In particolare si tratta di Ozempic® (Semaglutide) e Trulicity® (dulaglutide) ma comincia ad essere di difficile reperimento anche Saxenda® (liraglutide).

I tre farmaci sono agonisti del recettore per GLP-1, un ormone che stimola la produzione di insulina dopo il pasto ovvero solo quando si introducono carboidrati; per questo non provoca cali repentini della glicemia, inoltre rallenta lo svuotamento gastrico aumentando il senso di sazietà e, agendo sui centri dell’appetito nel sistema nervoso centrale, riduce la fame. Si somministrano per iniezione sottocutanea una volta a settimana (per semaglutide è disponibile anche una formulazione per via orale quotidiana). Soprattutto Ozempic si è dimostrato efficace nell’indurre una significativa perdita di peso ed infatti è il più difficile da trovare: negli adulti si arriva a perdere anche il 20% del peso e il risultato si mantiene finché si segue la cura.

Il dato più importante e positivo è che l’uso di questi farmaci ha dimostrato di ridurre gli eventi vascolari (infarto ed ictus) e di proteggere dall’insufficienza renale per cui sono diventati di prima scelta in una gran parte dei diabetici di tipo 2.

Ma cosa ha portato a questa situazione? Un comunicato congiunto della ditta produttrice (NOVO Nordisk) e di AIFA (Agenzia Italiana Farmaco) dice che “Una domanda superiore al previsto ha provocato la carenza di Ozempic®. Si prevede che le carenze continueranno per tutto il 2023. Sebbene la fornitura continui ad aumentare, non è possibile stimare con certezza quando risulterà sufficiente a soddisfare completamente la domanda attuale. La carenza di fornitura non è correlata ad alcun difetto di qualità del medicinale o a problemi di sicurezza”.

Nella stessa nota 
”si invitano i medici prescrittori a prescrivere una sola confezione per volta” e “ad assicurare che i pazienti che utilizzano Ozempic® siano informati di quanto sopra e che i pazienti, a rischio di esaurimento di Ozempic®, vengano trasferiti in sicurezza ad un altro agonista del GLP-1 o ad altre idonee alternative terapeutiche”.

È facile immaginare come non sia affatto semplice in molti casi sostituire un farmaco che funziona con “un’idonea alternativa”.
E che cosa ha portato alla domanda superiore al previsto?

La moda è nata sui social: un’iniezione alla settimana di semaglutide, e la perdita di peso è promessa come facile e veloce. Tanto rapida da lasciare un viso un po’ scavato e smunto, dall’aspetto invecchiato, ma per influencer, star e personaggi come Elon Musk, che ha ammesso di farne uso, le possibili conseguenze negative del suo impiego sono del tutto secondarie rispetto all’agognato dimagrimento. Peccato che la corsa a utilizzarla in maniera impropria, in chi non ha il diabete, stia contribuendo a ridurne le scorte al punto da aver portato l’Agenzia Italiana del Farmaco ad avvertire che almeno fino al 30 settembre 2023 saranno possibili carenze nelle forniture. 

Del resto la Food and Drug Administration (FDA) statunitense nel giugno 2021 e in Europa l’ European Medicine Agency (Ema) nel gennaio 2022 ne hanno approvato l’utilizzo contro l’obesità  e la sua attuale carenza “non deve diventare uno strumento per stigmatizzare i pazienti obesi e il loro bisogno di salute, perché un intervento precoce può prevenire complicanze come il diabete stesso”, come dice il dott. Renato Cozzi, Presidente Nazionale dell’Associazione Medici Endocrinologi. Oltretutto l’OMS considera anche l’obesità una malattia cronica che colpisce un miliardo di persone nel mondo e non solo un fattore di rischio.

Nel nostro Paese tuttavia l’uso fuori indicazione (cioè per l’obesità) è stato probabilmente abbastanza limitato perché Aifa ne permette la prescrizione solo in caso di diabete di tipo 2 non controllato, in aggiunta a dieta, esercizio fisico ed eventualmente altri medicinali. La carenza di farmaco pertanto dipende dal dirottamento dello stesso verso altri paesi con maggior richiesta (ed a maggior remunerazione per il produttore?). Non volendo fare alcun tipo di dietrologia ma solo con l’imbarazzo di dover constatare che in certe parti del mondo c’è chi muore per mancanza di antibiotici o di insulina e da noi invece manca un farmaco per l’obesità, si può concludere che, prima di arrivare alla distribuzione di un farmaco e prima della sua approvazione, andrebbero e andranno previste le quantità necessarie in modo molto più attento, sulla base dell’epidemiologia e delle possibilità dei mercati (in questo caso è evidente che il mercato USA ha stravolto il mondo intero).

Intanto la ricerca va sempre avanti e, come ha spiegato Enzo Nisoli dell’Università di Milano durante l’ultimo congresso della Società Italiana di Farmacologia, «ci sono prospettive promettenti per altri farmaci (uno dei quali già approvato dall’FDA anche se non ancora commercializzato)».

I dati preliminari in termini di protezione vascolare e di effetto positivo sul peso sono ancora migliori dei farmaci attualmente (poco) disponibili.

Buona estate a tutti e cerchiamo (volenti o nolenti) di combattere obesità e diabete con i vecchi, economici e sani rimedi della regolare attività fisica e della nostra buona dieta mediterranea. Associatevi, seguite e sostenete La Dolce Vita – Associazione Diabetici della Valle Olona.

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