Se ne va, Vargas, «perché è finito un ciclo». L’allenatore della Pro Patria l'ha annunciato già domenica scorsa dopo la partita con emozioni travolgenti nel finale, perché «me lo sentivo, non faccio calcoli io». Ma dalla sfida contro il Sangiuliano ribadisce che vuole ciò che ha sempre cercato: punti. «Mettere i nuovi, chi non ha avuto spazio durante l’anno? No, metto chi sta meglio. È il calcio professionistico e non si può scherzare - dice deciso Jorge Vargas - se qualcuno lassù ci dà qualche coincidenza e vinciamo, possiamo andare ai playoff». Oggi si valutano le condizioni, dovrebbe rientrare Stanzani.
Vive di sensazioni, non di cifre, mister Vargas, così assicura. I numeri però in classifica hanno un peso, anche ora che la Pro Patria è salva. Sabato alle 17.30 si va a Seregno per sfidare il Sangiuliano, che è a quota 42 in conclamata zona playout. La Pro a 47, per accedere ai playoff dovrebbe vincere e sperare in circostanze favorevoli immediatamente sopra. Il Renate è a 50, cioè un punto sopra la Juve.
Vargas - che ha ribadito la gratitudine verso la società e non aveva parlato prima ai giocatori della sua decisione finale - non ha avuto finora contatti, se non una chiamata dal Cile: «Ma non ci torno - ride - mia moglie e le mie figlie mi ammazzano, vorrei stare qua in Italia». Insiste nel attribuire massima importanza all’ultima gara. Poi confida: «Siccome vivo da solo qua, ho tanto tempo da pensare. Ho tanta responsabilità su questa stagione, perché pensavo di poter lottare per fare qualcosa di più importante con la Pro Patria, avevo tutte le carte in regole. È successo qualcosa che ancora non sono riuscita a capire perché è successo, li vedevo bene in allenamento. Forse mentalmente dovevo dimostrare di essere più forte io, dovrà ancora capire in futuro. Ma abbiamo avuto tanti imprevisti ed era difficile chiedere di più loro. Li vedevo stanchi. Sapevamo che era più difficile il ritorno».
Ultima riflessione, che è una graffiata di orgoglio: «Abbiamo comunque fatto più punti dell’anno scorso in un girone più difficile. Ho ottenuto quello che la società mi ha chiesto, la salvezza».
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