Lei non poteva tacere quello che suo padre aveva passato in quegli anni terribili dove fu fatto prigioniero nei campi di concentramento della Polonia e Germania. Cinque campi di concentramento dove il padre ha smarrito la sua identità, dove i valori sono stati calpestati, dove ogni dignità di essere uomo è stata schiacciata. Lei non poteva passare sotto silenzio uno spaccato della storia tragica di un proprio caro sempre in bilico tra vita e morte, alle prese con fame, freddo, stenti e umiliazioni, con l’unica consolazione dei ricordi del passato, degli affetti familiari, dell’amicizia e dello scambio di libri. No, non poteva.
Così con un lavoro certosino ha messo mano al diario di Giovanni Cortellini, classe 1920 scomparso nel 1979 e ha dato forma a un libro. Lo ha intitolato “Diario di prigionia: 43-45” e lo presenterà al pubblico dell’Università cittadina per la cultura popolare mercoledì 26 aprile alle 15 al Museo del Tessile.
Autrice Paola Cortellini, per anni docente di lettere al liceo, che ha pensato bene di dare voce al diario del padre, evitando che quelle riflessioni e quelle vicende potessero cadere nel dimenticatoio. Le ha trovate interessanti, degne di essere tramandate a tutti, ragazzi, giovani e meno giovani.
Il libro lo ha presentato più volte, ma al Museo del Tessile aggiungerà particolari inediti mai detti. Come la formazione scolastica del padre, i numerosi esami sostenuti che hanno fatto scaturire una cultura profonda.