Ieri... oggi, è già domani - 16 aprile 2023, 06:00

"sufistigu" - insistente

Proprio vero: quando meno te l'aspetti, emerge dal nulla, una parola desueta, forse dimenticata, ma essenzialmente Bustocca. Tipica del Dialetto "da strada".

"sufistigu" - insistente

Proprio vero: quando meno te l'aspetti, emerge dal nulla, una parola desueta, forse dimenticata, ma essenzialmente Bustocca. Tipica del Dialetto "da strada". La butta fuori dal cuore, Giusepèn, quando gli chiedo "alla Presentazione del libro, Giusepèn e Maria, ci sei anche tu?" e Giusepèn un nano-secondo dopo: "t'e se sufistigu, però" - eccola la parola "magica" che ho mai utilizzato nello scrivere sia "ùl Giusepèn" sia questo nuovo libro, dal titolo "Giusepèn e Maria".

In verità, Maria è esterrefatta; vuole sapere che decide il babbo e vuole pure saperne di più sul "sufistigu". So, appunto che "sufistigu" vuol dire insistente, ma oltre a ciò, sufistigu è colui che non si accontenta della risposta avuta, ma continua a infarcire la sua richiesta di curiosità nuove, nuove precisazioni, per andare al nocciolo del discorso.

L'insistente diventa antipatico, quando "batte il chiodo" sulla stessa domanda che ha già avuto molte risposte. Come a dire "anca mò s'e chi a rompi i ball?" (ancora continui a impazientirmi?) - Maria mi dà una mano e si permette di aggiungere " po’, 'na scapòa  te pudarissi fala …. t'e faria cuntenta tanta genti" (papà, una capatina potresti farla … faresti contenta tanta gente) e Giusepèn, riflette un po' per poi dire "ah idarem" (vedremo) …. mi viene in mente "un bel dì, vedremo levarsi un fil di fumo" e suppongo che stavolta (forse - ci metto il forse, conoscendo il soggetto), invece di un NO categorico, ci sia almeno un NI …..un po' di Si e un po' di NO …. vedremo a scadenze "preziose" di introdurre l'argomento e di trovare "in bona" (di buon umore) e di valutare giustamente l'invito, sotto un felice aspetto. "an parlarèm, bon om" come dicevano i nostri vecchi ……. "ne parleremo galantuomo" Il discorso si sposta subito su un altro …. discorso, con tanto di "verdetto" a cura di Giusepèn che "ce l'ha" con le bisbetiche che "capissàn naguta e che i duissàn scuà su a to cò, inveci da burbutà" (capiscono nulla e dovrebbero farsi gli affari propri, invece di borbottare). Bello quel "scua su a to cà" che non è solo il "ramazzare" per far pulizie, come dovrebbe essere. Qui, "scua su a to cò" è piuttosto un "pensa agli affari tuoi", alle tue inadempienze e a cercare sempre il giusto e non il …. comodo. - la saggezza di Giusepèn non ha uguali e prima dei saluti "s'e stèi grandi, Giusepèn", grazie "par chi paol chi can tià foea dàà dimenticanza" (grande Giusepèn) e grazie (per queste parole che hai tirato fuori dal dimenticatoio).

Gianluigi Marcora

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