«Il pubblico del Manzoni è meraviglioso, educato alla commedia quella bella. Ha uno staff entusiasta di ospitare uno spettacolo che nasca lì». Sono parole di riconoscenza per la platea bustese quelle pronunciate dall’attrice Laura Negretti della Compagnia Teatro in mostra che ha scelto di debuttare il 28 aprile (ore 21) con il suo nuovo spettacolo scegliendo proprio il palcoscenico di via Calatafimi che resta a disposizione della compagnia dal 21 aprile. «Uno spettacolo quando debutta – spiega l’attrice – è come un neonato che ha bisogno di protezione. Gli attori hanno bisogno di un luogo che li protegga e il pubblico del Manzoni e il suo staff sono meravigliosi».
Così il Manzoni è pronto ad accogliere il cast di Teatro in mostra. Sono tutti professionisti, la compagnia c’è da 18 anni e produce spettacoli che spaziano dalla commedia brillante al teatro civile al filone classico. «Lo spettacolo di venerdì prossimo – prosegue – rientra nella produzione della commedia brillante. La nostra compagnia ha sempre avuto una predilezione per la grande commedia italiana che ha segnato la nostra cinematografia». Tant’è che “No, non è la gelosia è uno spettacolo liberamente ispirato al film “Dramma della gelosia – Tutti i particolari in cronaca”, per la regia di Ettore Scola del 1970.
«Una commedia all’italiana cult – spiega Magdalena Barile in una nota di drammaturgia – interpretata da tre mostri sacri del cinema italiano come Marcello Mastroianni, Monica Vitti e Giancarlo Giannini. La scelta di portare questa storia sulla scena nasce dal desiderio di rivivere gli anni Settanta e il loro grande fermento sociale e culturale. Pensiamo alle grandi manifestazioni di piazza, i primi movimenti ambientalisti e pacifisti, la rivoluzione sessuale e le grandi battaglie civili per il divorzio e l’aborto».
Dunque lo spettacolo di Teatro in mostra è una commedia antica e moderna ambientata in un momento di trasformazione: l’Italia spensierata del boom economico che comincia a guardare al futuro con un po’ di preoccupazione. «Siamo innamorati di questa storia – prosegue Laura Negretti – Riassume la tragicommedia della produzione italiana. Ridi, ma ridi amaro delle bassezze del vivere quotidiano. È la storia di una bella fioraia che s’innamora contemporaneamente di due uomini molto diversi: un muratore comunista Giacinto e il pizzaiolo dongiovanni Silvano. I due rappresentano maschili opposti e complementari e la scelta fra i due non è possibile senza equivoci».
Così per non rinunciare all’amore di nessuno, Iris e i suoi amanti tenteranno, influenzati dalla spregiudicatezza dei tempi, l’esperimento di un triangolo poliamoroso di stampo “svedese” che però non funziona. Così interverrà la sorella di Iris che lavora come prostituta in tangenziale: entrerà in scena un terzo uomo legato alla criminalità organizzata che scardinerà gli equilibri e porterà a sviluppi esilaranti e imprevedibili.
Dunque uno spettacolo spensierato, ma non superficiale, usa le atmosfere degli anni Settanta per parlare di questioni attuali come l’amore, il desiderio e la complessità delle relazioni umane con il tono disincantato della commedia che fra una risata e l’altra non risparmia nessuno.
«La vicenda è ambientata nella periferia milanese, dei primi anni Settanta appunto – sottolinea Negretti – Come nel film di Scola si poneva l’accento sul degrado urbano che metteva in luce gli aspetti meno scintillanti con prati “mangiati” e profili di città violentate, così anche noi abbiamo adottato una particolare scelta scenografica: creare una sorta di corte milanese costruita con i tubi delle impalcature».
Un atto unico, un’ora e mezza di spettacolo per la regia di Massimiliano Cividati, con Gustavo La Volpe, Sacha Oliviero, Gabriella Foletto, Antonio Grazioli e la già citata Laura Negretti che veste i panni della Monica Vitti cinematografica.