«Questo Venerdì Santo vorremmo provare a caratterizzarlo con una marcia, una celebrazione, un incontro, in cui provare a far svegliare un po’ le coscienze in riferimento a quello che sta avvenendo nei nostri territori, vale a dire la questione dello spaccio, una malavita abbastanza diffusa. In particolare, circa un mese fa, nelle nostre montagne è stato ucciso un ragazzo, uno spacciatore nord africano: mi piacerebbe che questo non passasse nell’indifferenza, come qualcosa di normale».
Così ha esordito don Luca Ciotti, parroco di Germignaga, Brezzo di Bedero, Porto Valtravaglia e Castelveccana, presentando l’evento “La Via della Croce, Calpesta la via dello spaccio – L’indifferenza fa la differenza” che sta organizzando a Nasca, frazione di Castelveccana, domani, venerdì 7 aprile, con appuntamento in piazza dalle 20.45, che poi proseguirà proprio lungo la “strada dello Spaccio“, verso la cascata della Froda.
Così il parroco, parlando e confrontandosi con un po’ di persone e di fedeli della comunità, si è chiesto con loro, “Come possiamo fare per tenere desta l’attenzione?”.
«Da qui ci è venuto in mente di poter fare un tentativo, mentre celebriamo la morte di Gesù, il desiderio di seguire la croce di Gesù: vorremmo percorrere la via della Croce, calpestando la via dello spaccio, ponendo i piedi su questa medesima strada che collega Nasca al Cuvignone, dove quotidianamente si registrano centinaia di passaggi per rifornirsi di dosi di droga. Vorremmo poter non rimanere indifferenti».
E così è proprio don Luca che cerca di trovar sponda nelle istituzioni, chiedendo aiuto anche all’intera comunità. «Proviamo ad aiutarci, questa situazione non piace a nessuno di noi – continua a don Luca -. Siamo preoccupati per i ragazzi che crescono, per le famiglie che si ritrovano dentro queste situazioni, il rischio è di essere semplicemente conviventi».
Durante la marcia e la via Crucis, tra preghiere, letture e musica, i partecipanti si “confronteranno” con alcuni personaggi del Vangelo, che con il loro esempio cercheranno di far riflettere tutti. «Proveranno a dirci qualcosa, con il loro esempio, a proposito di chi è mandante di qualcosa, di chi è un pesce piccolo o un pesce grosso, di chi semplicemente è una vittima di un sistema. Noi non ci stiamo a questo stile di vita», prosegue ancora don Luca.
I pensieri di don Luca, poi, vanno a colpire le persone che si riforniscono in questi territori. «Questo è evidenza di un degrado, di un degrado della vita – continua ancora don Luca -. Ci piacerebbe essere propositivi, non semplicemente additare delle persone. Mi piacerebbe che insieme alzassimo la voce».