«Grazie Rosi». Un urlo silenzioso, tutto da vedere sul cancello dell'ospedale di Busto Arsizio ha attirato l'attenzione in queste ore. Tanti si fermavano a guardare, si interrogavano, sorridevano.
Chi è Rosi? E perché le viene espressa così la riconoscenza? Chiediamo: è la caposala dell'Urologia, ci rispondono, che va in pensione. Rosalia Todaro. Per manifestarle la gratitudine, appunto, qualcuno ha deciso di fare anche così.
Un gesto affettuoso e simpatico, e un bel promemoria per tutti, perché così si è raccontato un altro piccolo pezzo di storia dell'ospedale, anche fuori dalle sue mura. Il grazie è andato a Rosi e in fondo simbolicamente a tutti coloro che sono sempre a fianco dei malati, che gestiscono un reparto, che offrono il proprio contributo, grande o piccolo, ciascuno prezioso. Dopo gli anni devastanti del Covid, il rischio di lasciar affievolire la memoria degli sforzi quotidiani degli operatori sanitari è sempre in agguato: lo scorso 20 febbraio era la Giornata dedicata a loro e le istituzioni l'hanno ricordato, ma si corre appunto il pericolo che sia meno sentito dalla gente.
Grazie Rosi, con un fiore e un cuoricino: uno slancio semplice e autentico, arrivato a tutti.