Ieri... oggi, è già domani - 23 febbraio 2023, 06:00

"Che Baraonda" - il "BellimBusto"

A Carnevale (si dice) "ogni scherzo vale". E Giusepèn risponde: "col piffero"...

"Che Baraonda" - il "BellimBusto"

Giusepèn "fa un salto" nella cronaca. Evoca momenti brillanti, andati. Snocciola ricordi e iniziative. Sa com'è andata. Fa bene a ricordare e a riproporre quanto è accaduto e quanto accade ora, senza mai tralasciare i "particolari in cronaca" come è giusto che sia.

A Carnevale (si dice) "ogni scherzo vale". E Giusepèn risponde: "col piffero": per dire che Carnevale è un momento di Festa. Che a Busto Arsizio si sono realizzate iniziative grandiose che hanno fatto "storia", coi dovuti Protagonisti che hanno coinvolto la Città e il Vicinato, nel segno della Tradizione.

Cominciamo con "Che Baraonda" che per anni ha pubblicato la... satira dovuta alle facezie della "gente che conta" - pubblicazione inventata dai goliardi universitari, poi confluita ai Commercianti. Che ne fecero un emblema culturale, riservato a chi poteva permettersi di acquistare la Rivista che poi passava di mano in mano, per ridere in compagnia.

Intanto, Giovanni Sacconago e la Famiglia Sinaghina portavano il  Tarlisu (più tardi pure la "loro" Bumbasina) a maschera Bustocca e ancora più tardi si dotò le maschere di un inno "ul tiè" (il telaio) che tutti cantavano a squarciagola.

Poi, "Che Baraonda" cessò le pubblicazioni. Non vogliamo evocarne i motivi, ma noi della GMC Editore ci proponemmo di "portare avanti" la Tradizione, ma con uno spirito diverso da "Che Baraonda": o meglio. Tiziano Riverso e la sua compagnia accettarono di lavorare per noi, conoscendo a priori il nostro obiettivo: far avere alle 40.000 (quarantamila) famiglie di Busto Arsizio e alle 20.000 famiglie della Valle Olona, una Rivista satirica che illustrava il nostro Carnevale, a livello gratuito. Rivista recapitata a casa a mezzo Posta.

Chiamammo quella Rivista (Numero Unico edito proprio per celebrare il Carnevale) "BellimBusto" che raccontava "ogni cosa - ogni dove" di chi "meritava" di essere citato. Addirittura, vista la "tiratura" della Rivista di oltre 60.000 (sessantamila) copie, c'era la gara per "meritarsi" la vignetta: E noi ci demmo da fare: BellimBusto raggiunse per anni le 60.000 abitazioni, grazie gli Sponsor che sostenevano i costi e grazie agli Autori che si mettevano in luce, di fronte a una vasta platea.

BellimBusto volle mai sostituirsi a Che Baraonda: le "copiature" non ci sono mai piaciute. BellimBusto aveva una peculiarità …. indiscutibile: doveva "far ridere" con rispetto, "graffiare" i Personaggi e le vicende, senza essere volgare e senza parole scurrili. Fu un successo grandioso sia Editoriale sia di contenuti. BellimBusto faceva riflettere e durò lunghi anni. L'appuntamento col Carnevale diventò solenne! La gente scoprì che per "far ridere" non è necessario essere blasfemi o (come scritto) scurrili.

Possiamo ora dire : Che Carnevale... e ora? - nessuna polemica, ma i tempi di Giovanni Sacconago sembrano svaniti e irripetibili. E' rimasta la "consegna delle chiavi" della Città, ma non ci sono più i Personaggi  significativi resi "famosi" da BellimBusto - a proposito, svelo il "segreto" per quel nome attribuito alla Testata Giornalistica. Bellimbusto (scritto così) è semplicemente un "sostantivo maschile" dedicato a un uomo ricercato nel vestire, ma fatuo e galante... quasi un poco di buono. Ma BellimBusto (scritto così) lo si è utilizzato per magnificare le Bellezze di Busto Arsizio (Cultura compresa) e offrire a Busto Arsizio, l'appartenenza per una "intuizione" che le ha fatto onore!

Gianluigi Marcora

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A GIUGNO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU