Gallarate - 10 febbraio 2023, 14:16

Giorno del ricordo: a Gallarate c’è “Largo martiri delle Foibe”

Intitolato a infoibati ed esuli dal confine orientale lo spazio antistante l’ingresso del cimitero monumentale, in viale Milano. Pier Maria Morresi, presidente del comitato provinciale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia: «Questo è un giorno di lutto, per la perdita di cinque province italiane e l’esodo di 360mila persone»

Giorno del ricordo: a Gallarate c’è “Largo martiri delle Foibe”

La toponomastica di Gallarate si arricchisce di una nuova intitolazione, oggi, 10 febbraio 2023, Giorno del Ricordo. D’ora in poi, quanti entreranno al cimitero monumentale passando dall’ingresso di viale Milano attraverseranno largo “Martiri delle foibe", con ulteriore citazione degli esuli istriani, dalmati e fiumani.

Sobria quanto sentita partecipazione alla scopertura della targa. «Quella odierna – ha fatto presente Pier Maria Morresi, presidente del comitato provinciale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia -  è una solennità dello Stato, non una festa. È un giorno in cui si commemorano i morti, un momento di lutto per la perdita di cinque province italiane che, il 10 febbraio 1947, per il trattato di pace di Parigi, furono abbandonate dai residenti italiani alla Repubblica Jugoslava. 360mila fiumani, istriani, dalmati hanno dovuto abbandonare le loro terre e sono diventati esuli. Esuli in patria che non hanno trovato l’accoglienza desiderata».

Così il sindaco, Andrea Cassani: «Bisogna fare sì che memoria e ricordo non vengano lasciati andare. Occorre fare in modo che i giovani, quando tra dieci o vent’anni si troveranno di fronte a questa dedica, possano interessarsi e capire quelle che sono state le tragedie del nostro Paese».

Drappo calato alla presenza di rappresentanti delle Forze dell’Ordine, delle associazioni combattentistiche e delle autorità civili (c’erano esponenti in Consiglio comunale di maggioranza e opposizione), benedizione impartita da monsignor Riccardo Festa.

A portare il labaro del Comitato provinciale Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Luca Missoni, figlio di Ottavio, fondatore della maison Missoni, originario delle terre in cui maturò la “…complessa vicenda del confine orientale” (vedi foto in fondo). Una vicenda a lungo passata sottotraccia perché, ha sottolineato Morresi, «…l’Italia doveva dimenticare di essere una nazione sconfitta in guerra. Istriani, fiumani e dalmati erano testimoni di quella sconfitta. Ora parliamo del passato, interpretiamo il presente e guariamo al futuro.

Domani, 11 febbraio, alle 17, al Maga si terrà l’incontro “Testimoni di un esodo”, con l’intervento di Alberto Comuzzi e Donatella Salambat.

Stefano Tosi

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