Politica - 01 febbraio 2023, 10:44

Busto, approvata la mozione sulla Pro Patria. Ma senza unanimità

Dopo una lunga serie di rinvii, l’assise ha dato il via libera alla mozione “Tigrotti si nasce e si diventa”. Ma senza l’unanimità auspicata dal suo promotore, Matteo Sabba. Le perplessità di parte dell’opposizione: «Si dimenticano altre eccellenze sportive»

Busto, approvata la mozione sulla Pro Patria. Ma senza unanimità

Quando, a fine giugno dello scorso anno, Matteo Sabba abbandonò il Consiglio comunale in polemica con la propria maggioranza per la mancata intesa sulla mozione a supporto del brand Pro Patria (leggi qui), ben difficilmente l’esponente della Lista Antonelli immaginava che sarebbero passati diversi mesi prima di tornare a discutere dell’argomento.
E invece, dopo una serie di rinvii, la mozione “Tigrotti si nasce e si diventa” è stata approvata soltanto ieri senza. E senza l’unanimità auspicata dal suo ideatore.

«Dopo quasi otto mesi possiamo parlare di questa mozione. Ci sono sempre cose più importanti, ma non bisogna fare del benaltrismo – ha esordito Sabba –. Ci sono state polemiche che non mi spiego sul mancato coinvolgimento degli altri sport. Ma questo è un intervento che dà qualcosa e non toglie nulla a nessuno. È una mozione quasi culturale, tratta dell’identità della città, perché la Pro patria, i tigrotti biancoblù, vanno ben oltre lo sport».
«Un grosso seguito, che oggi manca, porterebbe benefici al territorio», ha aggiunto Sabba, citando l’esempio di Salerno, dove ha avuto modo di vedere di persona «striscioni, gigantografie, intere vie dedicate a spingere i cittadini ad andare allo stadio». Da lì è nato lo spunto per la mozione in cui si fa riferimento, tra le altre cose, a pannelli informativi, murales e così via.

Il testo presentato, dopo le difficoltà iniziali, è stato sottoscritto anche da Lega, Forza Italia («Nel mio sangue scorre il biancoblù da quando sono arrivato a Busto», ha detto il capogruppo Orazio Tallarida) e dal gruppo di opposizione Popolo, Riforme e Libertà.
Proprio Gigi Farioli di Prl ha ricordato che «la mozione è frutto di un approfondimento fatto da alcuni gruppi per evitare si equivocasse l’intenzione positiva con un con supporto prono. Si vuole invece evidenziare il valore della Pro Patria, che va al di là di quello patrimoniale e che implica lavoro, marketing, inclusione. Siamo convintamente a favore di una mozione dalla forte impronta sociale, culturale, educativa, formativa».

Diversa la posizione dei colleghi di minoranza: «Questa realtà, come altre, è inequivocabilmente legata alla storia. Ma – ha obiettato Paolo Pedotti (Pd) – la mozione prevede un trattamento favorevole nei confronti di una specifica società, rispetto alla quale non abbiamo fatto un’audizione della presidenza sulle reali necessità».
E se per il Pd l’iniziativa è «svilente del ruolo di tutte le altre società», Santo Cascio, evidenziando in maniera colorita che i problemi sono tanti e altri, ha affermato di non poter votare la mozione «perché i miei genitori non mi hanno generato per essere tigrotto»: «Sembra essere diventata una mozione di sfiducia verso l’assessore allo sport, che non mi sembra manchevole di attenzione».

Da storico tifoso ed ex medico della società, «il mio amore verso la Pro Patria non può essere messo in discussione – ha premesso Gianluca Castiglioni di Busto al Centro –. Ma questa mozione non mi trova d’accordo, perché si dimenticano altre eccellenze sportive di Busto».

Favorevole, invece, il sindaco Emanuele Antonelli, «anche se su alcune cose si è esagerato e non riusciremo a farle. Penso ad esempio all’azionariato», ha ammesso.
«Magari avrei aggiunto di chiedere agli ultras di non far prendere multe alla società. E di cercare di persone che aiutino la presidente Patrizia Testa, che sostiene costi altissimi. La mozione è un piccolo segnale».
Condiviso dalla maggioranza e da Popolo, Riforme e Libertà, che hanno votato a favore. Contrari Pd (a eccezione di Valentina Verga, astenuta) e Cascio; astenuto Castiglioni.

Nel corso dell’assise è stata anche approvata la modifica al regolamento dei mercati, mentre la mozione di Fratelli d’Italia sulle aree di sosta per le moto ha dato vita a un acceso scambio di vedute tra l’assessore Salvatore Loschiavo e il suo predecessore Massimo Rogora.

Riccardo Canetta

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