Il Consiglio del ministri ha approvato un nuovo decreto per fare fronte al rialzo dei prezzi dei carburanti, con costi che nella prima settimana del 2023, rispetto ai numeri di dicembre 2022, hanno raggiunto un +16,8 centesimi per la benzina e un +16 centesimi per il gasolio.
Impraticabile la via che avrebbe condotto ad un prolungamento del taglio delle accise voluto dal Governo Draghi. La misura, ha specificato nelle scorse ore il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, costerebbe circa un miliardo di euro al mese, e non è sostenibile. Ecco quindi che il lavoro dell’esecutivo si è spostato su altri provvedimenti, inseriti nel decreto.
Tre in particolare, a cominciare dai buoni benzina concessi dai datori di lavoro privati ai lavoratori dipendenti, per un massimo di 200 euro a persona, che da qui a marzo non contribuiranno alla formazione del reddito del dipendente. Altra priorità, è una corretta e costante informazione del consumatore sui prezzi dei rifornimenti, che servirà inoltre a combattere la speculazione. A questo proposito il governo ha pensato all’obbligo per i gestori delle stazioni di servizio di esporre quotidianamente, accanto ai propri prezzi, il prezzo medio nazionale, attenendosi alle cifre pubblicate dal Ministero delle Imprese. Con sanzioni amministrative per chi non rispetta la norma, e il rischio di sospensione dell’attività fino a 90 giorni, in caso di recidiva.
Nel decreto anche un tetto massimo al costo dei rifornimenti sulla rete autostradale, dove il diesel – stando alle informazioni diffuse dalle associazioni di categoria – è arrivato a costare 2,5 euro al litro.