C'è la pasta calda preparata dagli Alpini, calze, guanti e cappellini della Croce Rossa, ma qualcosa riscalda più di tutto: l'amicizia. I clochard alla stazione centrale di Busto Arsizio hanno ricevuto tutto questo stasera, anche stasera. Perché la mobilitazione dei volontari per loro è costante. Ma il Natale è alle porte e c'è bisogno di un abbraccio in più.
A pochi passi c'è il dormitorio, un sollievo importante, ma le necessità sono tante e il problema delle donne è particolarmente sentito. Luigi Lomazzi, con l'Unità di strada della Croce Rossa, lo racconta con quel tono delicatamente serio. Il rosso delle divise si fonde con quello dei copricapi di Babbo Natale.
La festa sfiora le vite dei clochard in stazione e si ferma con i sorrisi e l'attenzione di coloro che se ne vogliono prendere cura. Tutto ciò in una sera che a noi non pare così fredda, ma bisogna avere il coraggio di ripeterlo guardando negli occhi queste donne, questi uomini.
Loro, i volontari della Cri, negli occhi dei clochard leggono e vi riversano tutta la loro comprensione, mai un'ombra di giudizio. I doni che hanno offerto, sono impacchettati, perché questa è una sera speciale, che conduce alla Vigilia. Gli Alpini, infatti, con Franco Montalto, presidente della sezione di Varese, e Mauro Airaghi, capogruppo a Busto Arsizio, con la pasta hanno portato pure il panettone. Questa sera c'è anche il tg degli Alpini che riprende, interroga con garbo sotto le luci della stazione, per narrare cosa succede qui.
Chi ha bisogno di qualcosa da mangiare o da infilarsi per combattere l'inverno, spesso lo afferra e va di corsa, perché c'è un treno da prendere, una meta da raggiungere dove trovare rifugio. Qualcuno, però, si ferma. Perché l'amicizia richiede il suo tempo, a maggior ragione a Natale.
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