Si osserva la foto di Ewan Cowie (in fondo all'articolo) e sembra quasi un miracolo. Eppure è tutto vero: 80 paracadutiste hanno composto una formazione nel cielo dell’Arizona. Si sono lanciate nel vuoto da oltre 5.000 metri (si usa ossigeno in aereo dai 4.500 ai 5.600 metri). Tecnica “head down”, a testa in giù. E si sono date appuntamento in cielo, secondo uno schema scrupolosamente pianificato a terra. Fra loro, da Cassano Magnago, Michela Saporiti. Micky, come preferisce essere chiamata, era l’unica italiana selezionata per la sfida. Un’impresa sportiva, un messaggio preciso, sintetizzato dal titolo “Project-19”.
«L'idea – raccontava Michela a metà novembre - è celebrare il 19esimo emendamento che, negli States, ha sancito il diritto di voto femminile. Il record vuole essere fonte di ispirazione, empowerment per tutte le donne a lottare per il giusto e vivere una vita piena d'avventura». Obiettivo raggiunto. Michela, project manager («Il paracadutismo per me è una passione, non una professione. E non ho sponsor») aggiorna sullo “stato dell’arte” fra un volo e l’altro, si sta prendendo qualche giorno di ferie. «Dopo due anni di lavoro più o meno ininterrotto», precisa. Dettagli al ritorno, dunque. Intanto: «Lodi infinite all’organizzazione. È stato molto di più che un record sportivo».