Ci sono esclamazioni che fanno male al cuore per un attimo: «Come, non c'è più quell'azienda. State scherzando. E io con chi vado a commerciare». Ma il "ritorno" di Enrico Dell'Acqua nella sua città, grazie all'ottima interpretazione di un attore, non ha comportato solo malinconia ricordando i fasti di Busto Arsizio, stella nell'industria manifatturiera e grazie a lui nell'export.
È stata cultura nel senso pieno del termine: un ripasso della storia, una lezione sul futuro. Ed è stata anche premiata dalla presenza di molti cittadini, che con lui sono partiti dalla stazione Centrale per arrivare al Museo del Tessile di via Volta.
Un centro storico ben diverso da come si "ricordava" il pioniere dell'export - nato nel 1851 e morto nel 1910 - ma che ha permesso di ripassare prima di tutto il principio della sua saggezza in anticipo sui tempi, ovvero guardare oltre il mercato interno spingendosi sempre più lontano, prima nel Meridione, poi oltre i confini nazionali e superando anche l'oceano: «Il mercato interno poteva essere il primo volano, il primo passo, per arrivare oltre. I prodotti italiani, la loro qualità... sarebbe stata perfetta».
«Un’esperienza suggestiva e immersiva, alla (ri)scoperta di uno dei volti culturalmente più interessanti della nostra Busto» aveva anticipato la vicesindaco e assessore alla Cultura Manuela Maffioli. Ad arricchimento degli appuntamenti di scoperta del patrimonio museale, il Servizio di Didattica, in collaborazione con Oltre Confine Onlus, ha proposto questo evento.
Battute, riflessioni, fierezza, consapevolezza: una passeggiata dal sapore di viaggio.
Come c'era, c'è.
La frase che mormora il pioniere dell'export oggi, di fronte a ciò che sembra cancellato dal tempo, è un richiamo, un invito alle imprese bustocche che ancora oggi rispondono presente all'appello o dopo di lui sono nate. Pronte a partire con le valigie verso nuovi mercati con i loro prodotti di qualità, del tessile e non solo.
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