Busto Arsizio - 25 novembre 2022, 15:15

Finestrino rotto vicino all’ospedale oncologico, l’amarezza del consigliere Tallarida: «Spregiudicatezza senza limiti»

È successo questa mattina a Milano, all’esterno dell’ospedale dove il consigliere comunale di Busto aveva accompagnato una persona cara. Il suo sfogo: «Colpita anche l’auto di una signora in cura. Mi fa rabbia che qualcuno non si faccia problemi ad accanirsi contro chi sta affrontando un momento così delicato»

Finestrino rotto vicino all’ospedale oncologico, l’amarezza del consigliere Tallarida: «Spregiudicatezza senza limiti»

Il ritorno verso l’auto, i frammenti di vetro sotto i piedi e, una volta alzato lo sguardo, l’amara scoperta: qualcuno ha rotto il finestrino del veicolo e ha frugato nell’abitacolo.
La disavventura riguarda il consigliere comunale e commissario cittadino di Forza Italia a Busto Arsizio, Orazio Tallarida.

Il quale esprime pubblicamente tutto il suo disappunto non tanto per il fatto in sé, ma per il luogo in cui è avvenuto: all’esterno di un istituto oncologico a Milano.
«Non mi interessa del finestrino. Non lascio mai oggetti di valore in macchina e l’assicurazione pagherà il danno, il punto non è questo», osserva Tallarida, che aveva accompagnato all’ospedale una persona a lui cara.

«Il fatto – afferma – è che sono certo che praticamente tutte le persone che avevano lasciato l’auto in quel punto sono pazienti oncologici o accompagnatori. E mi fa rabbia pensare che qualcuno sia così spregiudicato e non si faccia problemi ad accanirsi contro chi sta affrontando un momento così delicato».

Un gesto deprecabile che, per il luogo in cui è stato commesso, diventa ancora più odioso. E che non ha avuto come unico bersaglio l’auto del politico di Busto. «Vicino alla mia macchina – racconta infatti Tallarida – c’era una borsetta di tela, gettata per terra. Poco dopo ho scoperto che apparteneva a una signora a cui era stata forzata la serratura della portiera. Se ne è accorta tornando a recuperare un libro che avrebbe voluto leggere mentre si sottoponeva alla lunga terapia. È bruttissimo pensare che questa donna, già alle prese con la malattia, abbia dovuto sopportare anche questo disagio e questo stress».

La signora, peraltro, in un primo momento era anche spaventata. «Ho cercato di tranquillizzarla – dice ancora Tallarida –. Ma episodi spregevoli come questo, purtroppo non isolati, lasciano un grande amaro in bocca. Siamo davvero alla frutta».

R.C.

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