Scuola - 16 novembre 2022, 09:00

VIDEO. Come ti studio un lavoro: sempre più giovani all'Its Incom. E risuona l'Sos alloggi

A MalpensaFiere la Fondazione ha visto crescere i ragazzi fino a quota 400 e arrivano anche da lontano: si era lanciata la proposta ex Borri per far fronte alle carenze dell'housing. Un percorso di formazione studiato con le aziende e con elevata occupabilità, al 100% nell'area tecnica

La direttrice Ramponi e il presidente Di Rienzo

La direttrice Ramponi e il presidente Di Rienzo

In un momento scosso tra crisi e opportunità, la mancata "scintilla" tra aziende e giovani è un paradosso davanti al quale non ci si può permettere di arrendersi. Ecco perché a  MalpensaFiere la Fondazione Its Incom, che forma ragazzi specializzati nell’Ict - tecnologia della comunicazione e dell’informazione - cammina insieme alle aziende. Ho scelto di studiare un lavoro, non a caso è lo slogan.

«Le attività hanno come obiettivo primario l’occupabilità - sottolinea il presidente, il professor Benedetto Di Rienzo - e il 75% dei docenti arriva dal mondo delle imprese». Che ci mettono la faccia, l’investimento, anche la sede per dare futuro ai ragazzi ma alle loro stesse realtà attraverso le lezioni. Due cardini, Reti ed Eolo tra i fondatori, dunque fin dalla progettazione del percorso, dopo di che si sono aggiunte altre. Si cominciò con una classe di 22 studenti, oggi si è arrivati a quota 400: trovare alloggi per diversi loro è un bel guaio.

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Come si cambia

I corsi sono flessibili e mutevoli per rispondere alle esigenze del territorio, come del tempo e dei ragazzi, sottolinea Di Rienzo. Che spiega la filosofia di questo impegno, scaturito dall'esperienza "Tosi" e dall'allora dirigente Nadia Cattaneo: «Si è sempre trascurata una parte di giovani, che non era portata per la ricerca o l’accademia, ma per un’applicazione pratica della loro intelligenza - rileva Di Rienzo - In un momento di sviluppo economico significativo in Italia, questo veniva assorbito dai diplomati. Con la diminuzione della richiesta diretta, il livello si è spostato, in alto, e la scuola secondaria superiore non era più in grado di preparare diplomati da inserire direttamente».

Una situazione già colta da anni, anzi decenni, all’estero. In Italia è nell’ultimo decennio che si è presa piena consapevolezza e sono nati gli Its, con ampio spazio ina azienda.

Non mancano le difficoltà. La prima: «Il mondo scolastico ci conosce poco, c’è la canna d’organo dalle medie all’università. Ma anche i ragazzi e i genitori. Non viene considerato che noi creiamo un quinto livello europeo, vicino alla laurea triennale a cui i giovani possono accedere poi». Con i crediti formativi, che consentono di scalare negli anni.

Un territorio provinciale, quello ricoperto dalla Fondazione, un impegno con scuole, imprese, enti locali, agenzie professionali e associazioni di categoria quali Confartigianato, Confcommercio e Confindustria.

Altre ombre? Da una parte la sede, che il Pnrr fa balenare e alla fine si spunterà, a Gallarate, ma ci vorrà tempo per poter entrare in Palazzo Minoletti. L’altro problema: l’housing. «Già l’anno scorso avevamo 20 ragazzi che venivano da fuori regione - sottolinea la direttrice Rosaria Ramponi - quest’anno altrettanti si sono iscritti sul primo anno e le lezioni sono andate tutte in presenza. Ci siamo dovuti attivare per andare alla ricerca di possibili supporti per questi ragazzi. Come Fondazione ci siam fatti carico di un appartamento su Gallarate e uno su Busto. Con la possibilità di un housing significativo potremmo offrire chance anche a ragazzi del Sud o comunque di altre zone».

Il lavoro e le donne

Già arrivare da altre province lombarde innesca questa necessità. «Io avevo proposto l’ex Calzaturificio Borri - osserva il professor Di Rienzo - per l’housing sociale. Vuol dire anche far vivere una realtà, da 400 giovani, tutto il giorno».

Sul fronte del «Sui percorsi di area tecnica abbiamo il 100% di occupati - dice la professoressa Ramponi - le aziende in cui hanno fatto il tirocinio i ragazzi, di massima confermano. Sui percorsi di comunicazione, superiamo il novanta per cento, qui abbiamo ragazzi e ragazze al 50 e 50, mentre per i corsi di area tecnica ci sono poche donne, peraltro sono apprezzatissime».

Marilena Lualdi

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