Alle 16 di questo pomeriggio il sindaco di Fagnano, Marco Baroffio, incontrerà il dottor Emvolo Enock Rodrigue, insieme ad Ats e al direttore di Asst Valle Olona, Marino Dell’Acqua. Intanto, dai negozi del paese la voce è unanime: «Fagnano non è un paese di razzisti».
Il sindaco, Marco Baroffio, ieri aveva già difeso i suoi cittadini dalle accuse di razzismo dopo i commenti fatti su Facebook da alcune persone in merito al dottor Emvolo Enock Rodrigue, che è stato giudicato al di fuori del suo operato come professionista.
Facendo un giro per il paese, si vedono entrambe le facce della medaglia, c’è chi come la panettiera Maria Rosa Macchi dice: «Io penso che una persona vada giudicata su come svolge il suo lavoro, non perché è bianco, nero, viola o celeste. Se lui ha fatto qualcosa di strano come medico va bene, ma non in base alle origini». La signora Macchi, dà anche la sua interpretazione: «Secondo me, è stato usato come valvola di sfogo. I pazienti che erano del dottor Navarra hanno cambiato 3 o 4 medici» e sul rischio che il dottore dia le dimissioni, dice: «Sarebbe giusto che chi ha fatto questi commenti rimanga senza medico». Maria Rosa Macchi racconta l’esperienza anche della sua affittuaria: «Ha avuto bisogno di andare dal dottore, si è trovata benissimo e lui è stato molto gentile e disponibile. Il problema che ha il dottore è la mancanza di tutti i sistemi di cui ha bisogno».
«I cittadini forse sono un po’ chiusi – spiega Marco Rogora, proprietario dello storico negozio di fiori “Fiorista Moroni” – ma non è un paese di razzisti. La Fagnano che conosco io è sempre stata pronta all’accoglienza. Certa gente scrive e pensa cosa che non andrebbero mai fatte e dette». E poi: «Credo che i più restii siano gli adulti, non i ragazzi, loro non pensano proprio al colore della pelle».
Sulla mancanza di strumentazione, ha detto la sua anche la proprietaria della farmacia “Catelli”, Eloisa Jessica Grillo: «Non aveva i sistemi, l’ambulatorio ha tutti gli strumenti ma se poi sul computer non visualizza le esenzioni o i farmaci che prendono i pazienti non può svolgere a pieno il suo lavoro. Noi lo abbiamo aiutato in questo senso, non prendevamo gli appuntamenti, esponevamo gli orari, gli fornivamo supporto sui pazienti che noi conoscevamo e avendo i sistemi visualizzavamo le esenzioni. Ma non potevamo fare altro, è giusto che al dottore vengano forniti i mezzi per svolgere appieno il suo lavoro».
Oggi l'incontro, a questo punto decisivo. In ogni senso.