Venerdì 4 novembre, alle ore 20.30, in Sala Leone da Perego a Legnano si terrà l’evento “D (i) RITTI ALLA META ” – STORIE DI SPORT E DIRITTI UMANI” organizzato dal Gruppo Amnesty International di Legnano in collaborazione con il Comune.
In questa occasione sarà presentato il nuovo libro di Paolo Pobbiati, autore e attivista di Amnesty International da più di tre decenni, associazione della quale è stato Presidente dal 2005 al 2009 e per la quale ha ricoperto diversi incarichi e cariche nazionali.
Inoltre, è stato allenatore e giudice nazionale di ginnastica artistica femminile presso le società Olimpia, CAGI e Pro Patria di Milano, oltre che per la federginnastica. Lavora anche come programmatore multimediale. È stato autore, fra l’altro, di alcuni videogiochi strategici caratterizzati da approfondite ambientazioni storiche e di numerose produzioni multimediali su cd-rom a carattere didattico-divulgativo. Undici lezioni di Dad da cui, grazie all’entusiasmo raccolto dai suoi studenti, è nato “Invasioni di campo”.
Paolo Pobbiati racconterà di scelte e di gesti coraggiosi di uomini e donne che hanno sfidato leggi, convenzioni, ottusità e menomazioni, come Gino Bartali, leggenda del ciclismo che ha salvato centinaia di ebrei. Samia Yusuf Omar, atleta somala che partecipò alle Olimpiadi di Pechino nel 2008 e che tentando di raggiungere l’Italia su un’imbarcazione per migranti è annegata al largo di Lampedusa.
È prevista la partecipazione di tre importanti ospiti che dialogheranno con l’autore sulla potenza del linguaggio dello sport e su quanto possa essere uno strumento potente, nel bene e nel male.
Saranno infatti presenti Sara Jemai, giavellottista che vanta 7 titoli italiani assoluti; Martina Rabbolini, nuotatrice paralimpica di Villa Cortese, reduce da un ottimo piazzamento alle Olimpiadi di Tokyo e Tommaso Marino, cestista dei Legnano Knights e fondatore del progetto Slums Dunks. Modererà l’evento il giornalista Francesco Moria.
Sarà una occasione di dialogo, racconto e confronto tra storie di sport, di uomini e donne e diritti umani.
L’idea di organizzare una serata che racconti storie che intrecciano i temi dello sport e dei diritti umani è nata da una convergenza di eventi, attualità e interesse.
Il libro Invasioni di Campo - Undici storie di sport e diritti umani all’ombra della DAD, scritto da Paolo Pobbiati ci ha fornito uno spunto di riflessione iniziale, commenta la referente di Amnesty Legnano per organizzare la serata che ha quindi duplice scopo: presentare il libro “Invasioni di campo”, che è patrocinato da Amnesty International Italia, ed invitare a una riflessione collettiva sul inguaggio potente dello sport anche quando si parla di diritti umani .
Nel suo libro, Pobbiati racconta di scelte e di gesti coraggiosi di uomini e donne che hanno sfidato leggi, convenzioni, ottusità e menomazioni, come ad esempio Gino Bartali, leggenda del ciclismo che ha salvato centinaia di ebrei o Samia Yusuf Omar, atleta somala che partecipò alle Olimpiadi di Pechino nel 2008 e che tentando di raggiungere l’Italia su un’imbarcazione per migranti è annegata al largo di Lampedusa.
Invasioni di Campo ci ha spinti a chiederci: «Quali sono i legami tra sport e diritti umani oggigiorno nel mondo?” Quello che è avvenuto e sta avvenendo ai mondiali di calcio 2022 in Qatar è un fatto esemplare: a partire dal 2010, centinaia di migliaia di lavoratori migranti hanno subito violazioni dei diritti umani mentre stavano costruendo stadi, alberghi, sistemi di trasporto e altre infrastrutture necessarie per ospitare i mondiali.
Lo “sportwashing” - ovvero la pratica che vede individui, gruppi, società o governi utilizzare lo sport per migliorare la propria reputazione, spesso offuscando illeciti o violazioni di diritti umani - è infatti una delle tattiche tuttora utilizzate da diversi governi autoritari per aumentare la propria credibilità internazionale.
Per avvicinare questi temi al nostro territorio, abbiamo infine deciso di coinvolgere atlete e atleti locali che hanno e/o hanno avuto esperienze dirette - declinate in modo differente - con i diritti umani: dalla gestione di una disabilità in ambito sportivo, al riuscire ad avere la giusta cittadinanza per poter gareggiare, passando per la trasmissione della cultura sportiva come opportunità di potenziamento di competenze e di promozione di valori di inclusività», concludono Rosetta Penna e Silvia Cantalupi attiviste di Amnesty.