Calcio - 01 novembre 2022, 09:57

Serie C, vacilla già la riforma: «Se necessario, prendiamo un altro anno. È per emozionare i giovani»

Intanto via libera alle licenze dal consiglio federale per il prossimo campionato: dalle analisi consuntive si passa alle logiche predittive per monitorare le società. «È cultura di impresa»

Franco Ghirelli - dal sito Lega Pro

La rivoluzione può attendere? Secondo la Lega Pro è urgente, ma si è pronti a prendere tempo dopo le critiche a quanto proposto settimana scorsa, con i sei gironi a dieci squadre e un meccanismo complesso di selezione in alto e in basso. LEGGI QUI

La proposta e Ghirelli

Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, ha così commentato oggi sul sito: «Noi parliamo di riforma della formula della Serie C. La proposta è talmente duttile e flessibile che non preclude alcuna soluzione di riforma dei campionati. Unica salvaguardia che opera è mantenere i playoff. Su questi ultimi quando vennero proposti per la prima volta si scatenò un dibattito aspro contro. Questa è la storia delle riforme in Italia e il calcio è parte integrante della nostra bella e contraddittoria Italia».

Aggiungendo:  «La riforma della formula del campionato ha due obiettivi: provare ad emozionare i giovani, cercando di farli tornare; trovare tutti gli asset per arrivare alla sostenibilità economica dei club. Ecco, però che io ho un dovere istituzionale, se in qualsiasi parte delle istituzioni calcistiche si pensa che la mia proposta possa essere una fuga in avanti per inficiare la riforma dei campionati allora si risolve in modo semplice: proporrò di spostare l’inizio del cambio della formula al campionato 2024/2025 (se si legge bene era già previsto!). Perdiamo una occasione molto importante, far coincidere il cambiamento per anticipare il mercato dei diritti televisivi. Il tempo non è una variabile indipendente. Vedremo cosa ne penseranno i presidenti».

E ancora: «Noi siamo per la riforma, non faremo nulla per dare alibi. Ci sarà così un altro anno per realizzarla, in questo mondo parolaio e marmoreo. Una cosa deve essere chiara: un calcio che perde 1 miliardo e 200 milioni di euro, non può pensare che facciamo una operazione ‘falsa’. Quale sarebbe? Tagliare venti squadre di serie C, perché? Inciderebbe il taglio per venti/trenta milioni di euro sul deficit complessivi e non servirebbe a nulla. Non a caso il presidente Gravina, ha detto, che la riforma non è un problema di numeri».

Le licenze, come si cambia

Intanto, ieri il Consiglio federale ha approvato le licenze nazionali per l’iscrizione al campionato 2023/2024 e la Lega Pro ha espresso parere favorevole. 

«La scelta della sostenibilità economica dei club di Serie C è la stella polare di ogni azione della Governance di Lega Pro - si afferma  - Essa si ottiene attraverso la riforma del calcio italiano in cui prevalgono gli asset di interventi con cultura di sistema, politiche rigorose di contenimento dei costi, introduzione della cultura di impresa, regole certe e rigorose con controlli efficaci».

Quali sono le linee chiave dunque? La prima, mettere in sicurezza economico-finanziaria i club. 

«Il modello si fonda su precise direttrici quali, tra l’altro, la diffusione della cultura di impresa, la consapevolezza e la conoscenza dei processi economico-finanziari della gestione, la responsabilità aziendale - dice la Lega Pro Esso si ispira inoltre  sia al modello della Bundesliga che, alle norme del nuovo Codice della Crisi d’Impresa, modelli che per certi versi si fondano entrambi su logiche predittive degli eventi aziendali (e non su analisi consuntive). In particolare, seguendo queste logiche anticipatorie, Lega Pro ha deciso di monitorare per tempo tutta una serie di scadenze sia di natura tributaria che di natura infrastrutturale, con la finalità di prevedere e, possibilmente risolvere, potenziali problematiche che altrimenti – se affrontate tardivamente – sono generatrici di situazioni critiche spesso insanabili, come la recente storia delle iscrizioni ai campionati ci ha insegnato (vedi vicenda Campobasso)».

Ci sarà così una preiscrizione a cui attenersi. 

Altra strada: «Viene superato un sistema dei controlli basato sull’analisi della consistenza patrimoniale delle società, con la conseguente richiesta di abrogazione dell’indicatore di patrimonializzazione (P/A), che rappresenta di fatto una metodologia statica basata su grandezze “stock” e non “flusso”, del tutto inadeguata ad anticipare crisi e problematiche aziendali. Pensare di mettere in sicurezza una società riponendo esclusivamente fiducia sulla sua patrimonializzazione non assolve a tale obiettivo».

Questo per un ragionamento: «Tale aspetto può forse tranquillizzare sotto un profilo civilistico ma non risponde necessariamente alle esigenze di cassa che una gestione può richiedere in quanto gli elementi patrimoniali diversi dalle disponibilità/liquidità a breve non sono immediatamente e/o facilmente traducibili in flussi di cassa disponibili».

Avanza quello che vien definito un «più efficace metodo di controllo dinamico e prospettico dei flussi finanziari necessari a far fronte alle obbligazioni delle società, da compiersi riguardo ad un determinato orizzonte temporale (12 mesi) - si afferma ancora - Si realizza pertanto un controllo sulla “gestione in divenire” basato sui flussi di cassa attesi (e consuntivati periodicamente) e non più sui dati stock a consuntivo, che, in quanto tali, si riferiscono logicamente al passato; il tutto seguendo quanto il sopracitato modello Bundesliga ed il contenuto del Codice della Crisi d’Impresa, oggi, perseguono».

Ecco perché la Lega Pro sottolinea di essersi già attivata «a partire dalla corrente stagione 2022/2023 a far predisporre alle proprie associate un piano economico finanziario previsionale (basato su un proprio format ufficiale) dal quale poi desumere gli elementi necessari alla elaborazione di un indicatore finanziario prospettico che auspichiamo possa essere adottato anche dalla Figc».

La metafora

Ghirelli usa una metafora: «Facciamo un esempio simbolico per far capire il cambiamento, dice il presidente di Lega Pro Francesco Ghirelli: io sto guidando l’automobile. Guidando guardo lo specchietto retrovisore, mi serve per vedere cosa succeda dietro di me, questa è ed è stata l’analisi su consuntivi, su bilanci precedenti; io devo guardare avanti cosa succede per guidare bene ed in sicurezza, questa è la logica predittiva degli eventi aziendali, devo sapere cosa succederà i dodici mesi che abbiamo davanti”».

Si manterranno però norme ritenute efficaci. Come l’obbligo di deposito della fidejussione per l’iscrizione al campionato e al superamento di un certo limite degli emolumenti. 

«La fidejussione rilasciata dai club mette in sicurezza la regolarità economico-finanziaria dei club e il rispetto della regolarità della competitività sportiva del campionato» osserva la Lega Pro. Ed è una «garanzia non solo per i tesserati, che si vedono coprire adeguatamente i propri compensi, ma anche per l’intero Sistema in quanto “certifica” indirettamente, al pari di un qualsiasi altro indicatore, la sussistenza di un merito creditizio o altresì di una capacità finanziaria delle società e dei propri soci».

Ultimo ma  non ultimo, le garanzie di sforamento budget. «Qui c’è un cambiamento di cultura - è convinto Ghirelli - Fino ad ora ha dominato il sistema: tu non rispetti le regole e di conseguenza subirai una sanzione. Oggi, tu hai l’Indicatore di liquidità, calcolato sulla situazione patrimoniale al 31 marzo 2023 maggiore o uguale a 1, non dovrai presentare alcuna fideiussione integrativa in caso di sforamento monte ingaggi oltre 1 milione di euro. Si passa al concetto di premialità, metodo che dovrebbe spingere tutti i club in quella direzione di sana amministrazione».

Insomma, la Lega Pro ritiene di aver introdotto «la cultura di impresa nel suo agire e nel rapporto con i club - conclude -  Per fare ciò occorre non avere un’idea sanzionatoria, punitiva, nei confronti dei club ma un’idea condivisa basata su logiche predittive degli eventi aziendali».

Redazione


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