Busto Arsizio - 28 ottobre 2022, 08:00

Due fratelli e una missione: dare una seconda vita a prodotti elettronici e non solo

Mentre la crisi dilaga, a Busto Arsizio Massimo e Davide Vimercati contro la tendenza del consumismo acquistano e vendono prodotti usati dell’elettronica di consumo. Una mano a chi è in difficoltà economiche. E poi il vinile, mai fuori moda

Due fratelli e una missione: dare una seconda vita a prodotti elettronici e non solo

Un servizio verso persone in difficoltà economiche e un’opportunità per chi considera un oggetto elettronico già morto per intascare subito qualche soldo. I fratelli Massimo e Davide Vimercati si sono ingegnati dando vita a Busto Arsizio a un negozio di compra-vendita di oggetti usati. Sono soprattutto prodotti elettronici di consumo, quelli che quando si comprano sono già vecchi: per i continui aggiornamenti o per l’usura o per il desiderio di essere sempre al passo con i tempi.

E allora perché non riciclare i prodotti elettronici, strumenti musicali, videogiochi, cd, dvd, cellulari, computer, impianti stereo limitando così gli sprechi, riducendo la spazzatura e dando manforte a chi magari vorrebbe cambiare l’I-phone e non se la sente di sborsare mille euro? È un interrogativo che si sono posti i due fratelli di Busto Arsizio che così da aprile hanno alzato la saracinesca di Green Cash in via Isonzo. Tanto più in questo periodo dove le bollette sono alle stelle, i prezzi volano, ogni settore è nella morsa dei rincari, dove tanta gente fa fatica a tirare a fine mese e non può permettersi il lusso di prodotti non di prima necessità, un’attività del genere è in linea con i tempi.

E in effetti c’è sempre un bell’andirivieni di persone che chiedono un po’ tutto, di qualsiasi età, uomini e donne. «Difficile stabilire un target – spiega Massimo Vimercati – Comunque siamo soddisfatti dell’idea. D’altra parte in Italia un negozio di questo genere fatica a decollare, a differenza per esempio della Francia e dell’America. Nel nostro Paese vige il concetto del “faccio da solo”, vendo privatamente, con la conseguenza di non offrire garanzie all’acquirente. L’Italia è piena di mercatini dell’antiquariato, ma qui da noi è tutta un’altra cosa. Il prodotto viene controllato, testato, rimesso a posto e poi messo in vendita con la garanzia di un anno. Il compenso è circa il 50 per cento: metà il venditore metà i proprietari».

Dunque più sicurezza. E non solo. Chi vende intasca immediatamente i soldi. Ma i fratelli Vimercati non si sono solo ingegnati nell’elettronica di consumo, ma anche nel vinile. Già il caro vecchio disco, il 33 o il 45 giri, con quelle cover che hanno fatto storia, che a fine anni Ottanta si dava per morto e che è ricomparso sulla scena a inizio anni 2000. Nonostante l’esplosione di Cd e lettori laser, coloro che non intendono rinunciare a una tecnologia datata sono tanti in città, non si fanno mai attendere gli aficionados interessati ad acquistare il vinile.

Anche se i compact battono per economicità, praticità e apparente indistruttibilità il caro vecchio 33, il vinile non è mai passato di moda. «Il vinile comunica una sensazione di calore in più – prosegue – È aggregante, crea un’atmosfera unica. Poi non si può riprendere, aggiustare, correggere, resta quello che è: il rumore di cassa sul 33 di Bob Marley non si può eliminare, non si può assestare. Ma è anche questo il bello. Se è tornato così prepotentemente, una ragione c’è». 

Tra i due corre la stessa differenza che c’è tra un libro e un e-book. Del resto il suono registrato su vinile, quello analogico, è più avvolgente. La puntina di diamante industriale che va a incidere i solchi che sono la traduzione meccanica del suono è eterna.  

Dunque Massimo e Davide Vimercati hanno pensato bene di unire l’utile al dilettevole, dando soddisfazioni agli amanti del vintage. Ma tutto si realizza e il successo è assicurato solo se c’è un aspetto, da non trascurare in ogni attività: la passione. 

Laura Vignati

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