Promossa dal Magistero dei Bruscitti, con il patrocinio del Comune di Busto Arsizio, arriva la Settimana della cucina Bustocca. Dieci ristoranti, di cui 5 fuori Busto.
Il vicesindaco e assessore alla Cultura, Identità e Sviluppo Economico, Manuela Maffioli, dice: «Ufficialmente è la prima edizione, abbiamo fatto un esperimento lo scorso Carnevale ed è andato talmente bene che questa volta lo riproponiamo in un momento del calendario che dovrebbe rimanere quello ufficiale. Oggi il 50% dei ristoranti sono di comuni limitrofi, è un’adesione che ci fa discretamente piacere, che riconosce la bontà di questa iniziativa. La quale è principalmente culinaria, ma che ha un’evidente valenza culturale e identitaria». E prosegue: «È un sodalizio che va nel solco dei nostri obiettivi, questo assessorato è alla cultura e all’identità. Busto Arsizio è una città internazionale, i cui talentuosi cittadini si sono fatti onore e strada anche a tantissimi chilometri da qui. Ma una cosa che la contraddistingue è il senso profondo della propria identità, dell’appartenenza. E questo, non contraddistingue solo i bustocchi ma anche i bustesi: anche coloro che scelgono Busto Arsizio, finiscono con l’amarla talmente tanto da autodefinirsi “Bustocchi d’adozione”».
Il Gran Maestro del Magistero dei Bruscitti, Edoardo Toia: «La Settimana della Cucina Bustocca nasce l’anno scorso da una nostra idea, anche se era in fase embrionale da un po’ di tempo. Sarà sempre a novembre, dopo il Dì dei Bruscitti che è il secondo giovedì di novembre. Poi, dal venerdì successivo alla domenica ci sarà la Settimana della Cucina Bustocca. Non è altro che la volontà di raccontare i nostri piatti e le nostre tradizioni, non solo in prima persona come Magistero, ma anche tramite dei ristoratori volenterosi che si sono impegnati a cucinare le ricette per tutto questo periodo».
Il Gran Maestro e il vicesindaco condividono su una cosa, principalmente: «Questi piatti che rappresentano la nostra identità devono essere conosciuti fuori dalla città, perché sennò siamo sempre noi qui a Busto che ci diciamo “quanto siamo bravi, quanto siamo belli” perché noi conosciamo i bruscitti. Come la grande speranza che questi ristoranti accoglieranno anche tanti avventori che non sono della città».
Durante l’”edizione 0”, infatti, i ristoranti che avevano aderito all’iniziativa, avevano ricevuto il 35/40% in più di prenotazioni e servito 2.200 piatti della tradizione bustocca.
Edoardo Toia ha anche specificato: «La scelta dei ristoranti non è casuale, noi vogliamo coinvolgere le eccellenze del territorio, l’intento è di averne pochi ma con un alto livello».
Poi la parola ai ristoratori. Manuel Deretti, del Buar Bistrot a Busto Arsizio, che aveva già partecipato durante la settimana di carnevale: «Noi abbiamo aperto in zona gialla. L’evento ci ha aiutato molto a farci conoscere, durante quella settimana abbiamo fatto più o meno il full tutte le sere, cosa che non succede normalmente». Ma anche chi è subentrato per questa edizione, come Massimiliano Babila Cagelli e il suo Ristorante Tavolo Unico a Busto Arsizio: «Abbiamo deciso di cogliere questa occasione. Noi lavoriamo solo a degustazione e vorremmo farlo anche con la cucina bustocca. Faremo un menù di 10 portate di cui 3 piatti secondo la tradizione, 3 stessi piatti ma rivisitati e altri 4 piatti. Vorremmo anche estenderlo a tutta la stagione invernale e non limitarlo solo alla settimana».