Politica - 24 ottobre 2022, 14:15

La prima di Max Rogora con Fratelli d’Italia: «Non cambia nulla, solo “la maglia”»

Dopo quindici anni in Lega, domani siederà per la prima volta in consiglio comunale da esponente di Fratelli d’Italia: «Nessuna sensazione particolare, continuerò a dare voce ai cittadini», dice. Chiarendo che con il cambio di casacca non spariranno i suoi interventi un po’ sopra le righe: «Piaccia o non piaccia sono fatto così»

La prima di Max Rogora con Fratelli d’Italia: «Non cambia nulla, solo “la maglia”»

Dopo quindici anni in Lega, domani sera Massimo Rogora, già assessore alla Sicurezza nella prima amministrazione Antonelli dopo un mandato da consigliere comunale, siederà per la prima volta nell'assise di Busto da esponente di Fratelli d’Italia: «Purtroppo dal Covid in poi non mi ritrovo più negli ideali di questo governo (Draghi, ndr) e di chi lo ha appoggiato», aveva spiegato a inizio settembre annunciando l’addio al Carroccio.

«Nessuna sensazione particolare, continuerò a dare voce ai cittadini», dice oggi alla vigilia dell'assemblea civica. Chiarendo che con il cambio di casacca non spariranno i suoi interventi un po’ sopra le righe: «Piaccia o non piaccia sono fatto così».

Siamo alla vigilia del suo primo consiglio comunale tra le fila di un altro partito dopo quindici anni in Lega…
«Non cambia assolutamente niente, io sono un consigliere comunale e rimango tale anche se cambio maglia. Un attaccante resta comunque un attaccante anche se cambia squadra».

Ma a livello personale non le fa qualche effetto?
«No, manterrò le stesse amicizie, come quando ero in Lega e avevo amici in Fratelli d’Italia e in Forza Italia. Per me è tutto uguale, si tratta sempre della maggioranza. L’altra sera ho solo detto al sindaco che dobbiamo lavorare un pochino di più come maggioranza, con mozioni e interrogazioni, perché i cittadini ce lo chiedono. È vero che lo si fa “internamente”, ma a volte i cittadini hanno bisogno di sapere se i consiglieri, che hanno un ruolo importantissimo, si muovono. E io continuerò a dare voce ai cittadini».

Come l’hanno accolta in Fratelli d’Italia?
«Mi hanno accolto molto bene. Fratelli d’Italia è un partito quasi nuovo, magari nel passato c’erano delle ideologie ma oggi chi dice che è un partito di estrema destra non capisce niente di politica.
E a Busto persone come Checco Lattuada o Massimiliano Nardi le conosco da almeno trent’anni. Qualcuno mi ha anche detto che pensava che li avrei raggiunti molto prima».

Col suo passaggio in Fratelli d’Italia (che ora avrà un consigliere in più rispetto alla Lega) cambiano però gli equilibri in maggioranza. Si aspetta qualche ripercussione sull'assetto dell'amministrazione?
«Io non credo e soprattutto non l’ho fatto in quest’ottica. È la politica che si muove, non sono io a intervenire su questi movimenti».

Ha aderito a quello che si sapeva sarebbe diventato il primo partito nazionale, attirandosi anche sui social accuse di opportunismo e di salto sul carro del vincitore.
«Troppo facile parlare dopo. Se avessero saputo che avrebbe vinto la Meloni, gli altri partiti si sarebbero dovuti svegliare un po’. In ogni caso, tutti sanno che era da qualche tempo che valutavo il mio spostamento, non per il cadreghino o altro, ma per delle cose negative che sono successe».

A livello di politica nazionale o interne alla sezione?
«Un po’ tutto. In particolare dalla guerra in poi un po’ di nervosismo mi è venuto… Ma l’importante è essere sempre in un partito che fa parte di questa maggioranza».

Dopo cinque anni di lavoro in giunta, lo scorso anno la mancata conferma dell’assessorato le è dispiaciuta?
«No, anche perché qualcuno sapeva già che in questo anno-anno e mezzo non avrei potuto garantire la mia presenza in giunta. L’unica cosa che ho detto anche a Francesco Speroni (storico militante ed ex segretario cittadino leghista, ndr) è che mi rincresce che la Lega non abbia tenuto la delega alla sicurezza, tema importante anche per Salvini. Per il resto, sono state fatte delle scelte e ci mancherebbe altro. Come ho detto prima, è la politica che decide, non la singola persona».

In consiglio comunale, in passato, non sono mancate sue uscite sopra le righe. In questi primi tempi in un nuovo partito ci dobbiamo aspettare un Max Rogora diverso?
«Ma stiamo scherzando? Se uno nasce quadrato non può diventare rotondo. Max è questo, piaccia o non piaccia sono fatto così, qualcuno se ne farà una ragione.
Io spero di riuscire a dare ancora una mano a questa giunta, a questo sindaco e ai cittadini. Si può parlare male di me perché ho fatto la scelta forse anche azzardata di spostarmi da un partito all’altro, però di cose ne ho fatte tante. Non so quanti avrebbero portato a casa la rotatoria del tribunale. E all’inizio erano tutti scontenti. Oppure la rotonda a San Michele, ancora in fase sperimentale; l’app della sicurezza, i monopattini, che per me funzionavano. L’unico rammarico per il quale mi mettono in croce sui social sono i semafori di viale Boccaccio, che io peraltro non volevo. Ma questa è la politica».

Riccardo Canetta

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