Una serata dedicata al sociale, inserita all’interno del Festival Nazionale dell’Economia Sociale e della Transizione Ecologica, quella di ieri a Castano Primo, moderata da Stefano Tosi, giornalista dell’Informazione che ha condiviso il palco dell’Auditorium di Castano Primo con Javier Zanetti.
Il via con un video della Fondazione Pupi, che si occupa di aiutare i bambini argentini a cominciare dall’istruzione fino alla pratica dello sport. Termina il video e poco dopo sul palco arriva lui: Javier Zanetti.
Stefano non è partito dal calciatore e nemmeno dalla Fondazione Pupi, ma dalla persona: «Si notano due cose facendo qualche ricerca su di te, prima si raccontano i tuoi successi sportivi, poi si dice “un campione di correttezza”. Una cosa che viene ripetuta sempre quando si parla di te, come se la cosa stupisse, ma non dovrebbe essere la normalità?». E Javier: «Si, dovrebbe essere la normalità, però purtroppo nel mondo in cui viviamo ci sono tanti momenti che possono confondere le persone. Io ho avuto la fortuna di crescere con dei valori importanti, che mi hanno accompagnato durante la carriera calcistica e mi accompagnano anche adesso. Penso che sia fondamentale tornare alle basi, tornare a quei valori forti e umani che credo siano quelli che fanno la differenza». Passando per i libri sulla sua vita: «Tutti si ricordano e mi chiedono i momenti belli che abbiamo vissuto, però io ripeto sempre che la cosa più importante è il percorso».
Dopo qualche racconto sull’arrivo all’Inter, Stefano ha chiesto da dove fosse partita l’idea della fondazione e Zanetti ha risposto: «Penso che l’idea nasca da una grandissima responsabilità. Quando parlo del mio paese parlo con grande tristezza per il momento che sta attraversando. Io credo che il problema più grosso sia l’educazione, per questo la Fondazione Pupi lavora da 20 anni. E sono molto contento per il vostro aiuto, intendo dell’Italia, per la sensibilità che avete dimostrato in questi anni. Se siamo cresciuti è anche grazie a voi». Sul contesto dice: «Ci sono grandi difficoltà, grandi problemi a livello educativo e di salute. Penso che attraverso questo percorso potranno avere un grande futuro».
Stefano ha chiesto ogni quanto tornassero alla Fondazione e la reazione, la risposta di Javier scalda il cuore: «Torniamo ogni anno durante la sosta, dopo Natale, penso che la cosa più gratificante sia quando i bambini mi abbracciano, non vedono solo il campione, vedono la persona. Questo per me è il trofeo più grande».
Poi tante domande del pubblico, composto per la maggiore da tifosi neroazzurri, che hanno incentrato le domande sulla sua carriera all’Inter. Javier di ritorno da una grandiosa trasferta a Barcellona ha detto: «Tornare lì mi emoziona sempre, tutte le volte mi sembra ancora quella semifinale di Champions e mi sembra di giocare ancora». E scherzando: «Pensate da quanto tempo gioco quella semifinale».
Ad aspettarlo sul palco un ospite speciale: Riccardo Maino, campione di ginnastica artistica bustocco, nonché grande interista, che ha subito chiesto a Zanetti: «Mi fai conoscere Lautaro Martinez?». L“eterno capitano” ha risposto: «Promesso!». Riccardo ha anche raccontato tutte le iniziative a scopo benefico a cui lui aderisce sempre.
Emanuele Albertario, presidente della fondazione Aurea, ha ringraziato tutti coloro che hanno reso possibile l’evento tra cui anche il gruppo MoreNews, di cui fa parte l’Informazione, nonché Regione Lombardia e il Comune di Castano Primo per il patrocinio.
Infine, è stato presentato il progetto di un gioiello a scopo benefico, realizzato in titanio, materiale che può essere riciclato infinite volte.
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