Giusepèn è attento all'evolversi della vita e, a lui non la si fa. Ciò che lo disturba è l'essere preso in giro con false insinuazioni o con scarsa propensione al "suo" Dialetto Bustocco da strada che, per lui è il migliore del mondo. La disputa nasce da una parola, di per sé innocua, ma che riveste una certa rilevanza sugli effetti che la stessa parola pone.
E' "greu" che vuole significare "pesante" e si riferisce a tutto ciò che comporta fatica. E non solo fatica materiale, ma pure morale. Una barra d'acciaio ha un peso "greu", come lo è la borsa della spesa con dentro scatolette o barattoli di latta. Pure "greu" è un subbio di Tessitura o un attrezzo utilizzato da carpentieri o muratori. Quindi, "greu" vuol dire "pesante" a tutti gli effetti.
Sotto l'aspetto morale, "greu" lo si addice a una colpa grave. Confessata o no, tale colpa "pesa" sulla coscienza, quindi Giusepèn catechizza che la coscienza ha un peso "greu" da sopportare. La disputa (amichevole, sia chiaro) nasce dal femminile di greu che, per Giusepèn, non esiste, ma per un suo amico, "greu" può anche essere "grea". Giusepèn ne parla con me e vuole sapere cosa ne penso in merito; quel è la mia versione. Rifletto un po' poi propendo per la versione di Giusepèn. Ovviamente, la motivo. Siccome "greu" (pesante) si riferisce al peso, chiaro che la parola peso è un sostantivo maschile e non può essere sostituito da pesa che significa "operazione del pesare", ma pure luogo dove si effettua l'operazione del pesare. Esisteva addirittura la Pesa pubblica.
Quindi, "l'è greu" (è pesante) qualifica il genere maschile del sostantivo. Giusepèn è contento!
Osservare poi il "peso sulla coscienza" sembra arduo definire pesante quel che tangibilmente non ha un peso specifico, ma qui, il "greu" è riferito a una colpa che speso viene detta "un peso sulla coscienza". Non di meno, si può spiegare quel detto "mi tolgo un peso dallo stomaco", quando si nutre un dubbio su qualcuno o "mi hai tolto un peso dal cuore" quando una testimonianza fa luce su un equivoco.
Quale sia l'etimo della parola "greu" non mi è dato conoscere, ma di certo, non ho dubbi su "greu" uguale a pesante. Per assonanza direi che il "destino" è greu, come lo è la vita di sacrifici che i nostri anziani hanno sostenuto. Per loro, anche il lavoro era "greu" specie quello di fonderia del Contadino o del "maguttu" (muratore) che si svolgeva a mano. Quindi, tutto ciò che ha un peso gravoso è "greu" e mi fermo lì. A me garba l'accondiscendenza di Giusepèn che ammette "sun non ul Signui …a podu sbagliò, ma sul greu, s'a scapa non" (non sono il Signore -qui inteso come Gesù- potrei anche sbagliare, ma sul pesante, non si scappa -nel senso di "ho ragione").




