Politica - 07 ottobre 2022, 09:36

Tre ore di confronto tra Salvini e i militanti: qualche critica, forte richiesta di autonomia. Il Comitato Nord? «Se lo dice Bossi è giusto»

VIDEO. All’assemblea tenutasi a Saronno, oltre la metà degli interventi dei militanti ha riguardato l’autonomia. «La serata è andata benissimo – dice il referente provinciale Gualandris –. Qualche critica c’è stata, ma in Lega style: ci si dice quello che si deve dire ma in assoluta amicizia». I parlamentari Candiani e Romeo: «Confronto importante»

Salvini tra i militanti all'uscita dall'assemblea

Salvini tra i militanti all'uscita dall'assemblea

Tre ore di confronto tra Matteo Salvini e i militanti a porte chiuse. Chiusissime: giornalisti fuori dai cancelli dell’auditorium Aldo Moro di Saronno, il leader li varca a bordo di un’auto coi vetri oscurati. Lo stesso fanno il ministro Giancarlo Giorgetti e il governatore Attilio Fontana.

Nessuna concessione da parte loro ai cronisti, nemmeno dopo mezzanotte, al termine di quello che Stefano Candiani – senatore uscente ora eletto alla Camera – ha definito «un confronto di maturità vera»: «Pochi partiti sono in grado di fare quello che ha fatto la Lega stasera», rimarca.

Con l’assemblea provinciale di ieri sera è iniziato il percorso di ascolto dei militanti annunciato da Salvini subito dopo il risultato deludente delle elezioni. Partendo dal Varesotto: anche qui, nella sua culla, la Lega ha subìto il sorpasso di Fratelli d’Italia.
«Mentre noi eravamo al governo e dovevamo fare delle trattative, stare all’opposizione è più facile perché non ti devi sedere al tavolo con Speranza o altri ministri che non la pensano come te», è un passaggio del discorso fatto da Salvini dopo aver ascoltato a lungo gli iscritti a parlare.

Lo riferisce Stefano Gualandris, referente provinciale del partito.  «La serata è andata benissimo – afferma –. Qualche critica c’è stata, inutile prendersi in giro. È stato chiesto un ritorno maggiore all’autonomia e ai temi del Nord, ma in Lega style: ci si dice quello che si deve dire ma in assoluta amicizia».
Qualche critica, dunque, ma nessuna resa dei conti dopo il responso delle urne. Anche chi ha concesso qualche dichiarazione prima dell’inizio del confronto ha usato toni pacati (leggi qui).

L’autonomia è stato il tema caldo della serata, a cui hanno partecipato parlamentari (Stefano Candiani, Massimiliano Romeo, Maria Cristina Cantù e gli uscenti Matteo Bianchi, Dario Galli e Leonardo Tarantino), consiglieri regionali, sindaci, amministratori, semplici militanti.

«Su 23 persone iscritte a parlare, più della metà ha chiesto dell’autonomia – conferma Gualandris –. Tema su cui è intervenuto anche Attilio Fontana, spiegando che noi non l’abbiamo mai abbandonato. Il difficile è far capire al resto delle regioni italiane che l’autonomia è un vantaggio per tutti».
Si è parlato anche di famiglia e natalità, temi che – insieme alla disabilità – meritano un ministero.

E a proposito di ministeri, «uno di quelli che noi vorremmo è sicuramente quello degli Affari regionali e dell’autonomia», dice all’uscita il senatore Romeo, eletto in provincia di Varese.
Il clima tra i militanti, racconta, è stato all’insegna di un «confronto reciproco: sono stati prospettati suggerimenti e critiche costruttive. Un partito serio non ha paura del confronto, da cui nascono sempre buone idee su come proseguire, lavorare e migliorarsi».

Romeo assicura che «il ruolo della Lega sarà una garanzia e una tutela della stabilità del paese». E sui tecnici nell’esecutivo ha un’idea chiara: il governo «più politico è, meglio è».

Non c’era Umberto Bossi, eletto alla Camera nel nostro territorio dopo il “giallo” che ha tenuto banco per un paio di giorni. Ma, grazie all’intervento dell’ex ministro ed eurodeputato Francesco Speroni, si è parlato del “suo” Comitato Nord. «Matteo Salvini ha risposto chiaramente che tutto quello che propone Bossi lui lo caldeggia e lo abbraccia – spiega Gualandris –. Se Umberto Bossi fa il Comitato del Nord, allora è giusto che si faccia».

Riccardo Canetta

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