«Case della salute, nuovo ospedale, riforma sanitaria territoriale, problemi urbanistici ed ambientali connessi al nuovo progetto ed alle strutture esistenti: a Busto Arsizio nessun dibattito, nessun confronto nessuna valutazione né del Consiglio né delle forze economiche e sociali della città».
Così in una nota stampa il capogruppo consiliare Maurizio Maggioni. Che prosegue: «Penso che in una qualsiasi città, amministrata da una giunta di qualsiasi colore, il tema di un nuovo ospedale e delle strutture sanitarie territoriali sarebbe analizzato, discusso e valutato in tutti i suoi aspetti con la richiesta di partecipazione delle componenti non solo sanitarie ma economiche e sociali.
Invece è rimasta inascoltata l’ennesima richiesta dei consiglieri dei diversi gruppi di minoranza volta ad aprire un confronto, a partire dal Consiglio comunale, al fine di giungere all’appuntamento del previsto accordo di programma in modo che la città e l’amministrazione siano consapevoli delle scelte da farsi e degli impegni connessi».
Maggioni ricorda la richiesta delle minoranze di istituire una commissione ad hoc «subito bocciata» e se la prende con il presidente Matteo Sabba per la mancata convocazione della commissione consiliare V, competente anche in materia di sanità.
«Le procedure che porteranno alle decisioni sono comunque in atto e tutte le scelte che il Comune di Busto con gli altri Comuni dovrà affrontare vengono assunte sfuggendo ad un confronto unitario ed organico: il Comune di Busto è membro costitutivo della Conferenza di Vas e parteciperà al Forum pubblico ma ai consiglieri comunali ed ai cittadini non è dato sapere quali saranno le valutazioni che il Comune porterà in quella sede – conclude Maggioni –. Come per altri casi si pensa che il dibattito possa indebolire l’azione amministrativa. È l’esatto opposto: il Comune di Busto, cercando di sfuggire alla rilevanza dei problemi connessi alla realizzazione del nuovo ospedale e della riforma sanitaria, limita le prospettive innovative possibili in questa fase».
Sullo stesso tema, si segnala un intervento di Gigi Farioli volto a sollecitare nuovamente la convocazione dell’organismo consultivo.
«È con rammarico – scrive il capogruppo di Popolo, Riforme e Libertà – non certo scevro da un minimo di disappunto, che rilevo l’atteggiamento omissivo della presidenza di commissione, e di concerto conseguentemente della presidenza del consiglio, relativamente alla convocazione della commissione servizi sociali e sanità in merito alla richiesta protocollata il 24 agosto».
«Come noto – prosegue – il regolamento dispone che le commissioni richieste da almeno cinque consiglieri debbono essere convocate entro i dieci giorni successivi alla protocollazione. Anche nella più restrittiva interpretazione, i dieci giorni sono ormai alle spalle da ben più di un mese».
Farioli ripropone il testo già protocollato (leggi qui) e lo “integra” così: «Tenuto conto della presenza della Cascina dei Poveri nelle immediate vicinanze, se non all’interno del sedime dell’intervento previsto per il nuovo ospedale Busto-Gallarate, della iniziativa in corso per la sua tutela e valorizzazione, anche alla luce di quanto affermato in commissione dal direttore generale Porfido che suggeriva un intelligente inserimento del suo recupero nell’ambito dell’operazione ospedale, quali iniziative ha assunto o intende assumere l’amministrazione per consentire che tale possibilità sia concretamente perseguita nel progetto e relativo accordo di programma o, in via subordinata, come intende muoversi affinché una previsione eccessivamente impattante ne impedisca di fatto un recupero efficace ed idoneo?».