Il 2 ottobre, in Piazza San Giovanni a Busto Arsizio, si è concretizzato il progetto “Nonno ascoltami! – l’ospedale in piazza”. Aveva lo scopo di aiutare a prevenire la patologia dell’udito attraverso un semplice esame audiometrico. L’iniziativa esiste da 13 anni e quest’anno, per la prima volta, è arrivata a Busto Arsizio.
«L’ho voluta fortemente perché è un’iniziativa che mi piaceva molto, per sensibilizzare la città di Busto a questo problema e prendere consapevolezza (non soltanto per quanto riguarda gli anziani, ma anche i giovani), capire l’importanza dell’udito e prevenire, nel miglior modo possibile, i problemi che possono essere causati da una perdita d’udito», spiega la dottoressa Caterina Zambrano.
La dottoressa ha fatto sì che il centro acustico privato “Udire 4.0”, la Croce Rossa Italiana e l’ospedale di Busto Arsizio collaborassero per questa iniziativa onlus. Portare questo programma nelle piazze non serve solo per fare prevenzione, ma anche per diffondere informazioni e consigli per non ritrovarsi, un domani, ad avere delle problematiche
GUARDA IL VIDEO
«L’iniziativa si chiama nonno ascoltami perché viene realizzata tra settembre e ottobre, in concomitanza con la festa dei nonni. Inoltre, è nata dall’esigenza degli anziani che, spesso, non sentono i loro nipoti. Quindi noi pensiamo proprio ad un nipote che dice: “Nonno ascoltami!”. In ogni caso, è un progetto di prevenzione rivolto a tutte le età, dai ragazzi fino – appunto – ai nonni», dice Carla Catena, l’event manager del progetto.
L’iniziativa è patrocinata del comune di Busto Arsizio e dal reparto audio-fonologia dell’ospedale, che mette a disposizione alcuni dei propri medici. Viene offerto un esame dell’udito totalmente gratuito. Si inizia verificando se nel condotto uditivo c’è del cerume o meno. Se non è presente, si continua con l’esame audiometrico.
È un esame che si raccomanda a tutte le fasce d’età, non solo agli anziani: prima si inizia, meglio è.
«L’esame audiometrico si pratica applicando le cuffie e mandando degli stimoli sonori. Quando questi stimoli sonori vengono percepiti dal paziente, devono essere segnalati con l’alzata di mano. In questa maniera, si stabilisce una soglia dell’udito con la quale si può capire a che livello sente una persona, in modo da potergli consigliare la terapia corretta», spiega il dottor Federico Zaupa.
«Siamo qui oggi per volontariato, perché vogliamo sensibilizzare le persone sull’importanza di sentire nella maniera corretta. Non sentire isola e allontana le persone. Siamo qui per evitare che ciò succeda. Fare un esame audiometrico per tempo può evitare che il problema possa diventare anche più grande», continua il dottor Zaupa.
Le persone si sottopongono all’esame audiometrico perché riscontrano quello che la patologia dell’udito può portare nelle loro vite. Accusano l’incapacità di ascoltare bene la televisione, di sentire meno in ambienti rumorosi (come i ristoranti) o di capire poche parole quando sono a casa con più persone che parlano. Questi sono i sintomi della mancanza di udito.
Dice Federico Zaupa: «Noi interveniamo e, applicando l’apparecchio acustico a queste persone, riusciamo a restituirgli dei pezzi di vita. La possibilità di guardare la televisione a un volume corretto, la possibilità di uscire al ristorante, la possibilità di parlare con i loro cari. Quando le persone ci ringraziano, quella è la ricompensa più grande per il nostro lavoro».
GUARDA IL VIDEO