Gallarate - 22 settembre 2022, 16:08

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Il Comune tenta di alienare per incassare. Edificio "eccellente" nell'elenco, villa Bossi

Villa Bossi, 1900

Villa Bossi, 1900

Sette edifici e nove terreni: sono le proprietà del Comune di Gallarate rientranti nel “Piano delle Alienazioni” pubblicato all’Albo pretorio dell’ente. In sintesi, si cercano compratori. Si cerca di vendere aree ed edifici che non si utilizzano per incassare risorse utili. La proprietà più nota è, probabilmente, villa Bossi, civico 19 di via Cavallotti.

Da Wikipedia (l’edificio ha valore storico): «La pianta è animata da parti aggettanti sia nella facciata sud che in quella nord. […] Le facciate sono decorate da fasce di mattoni a vista al piano rialzato e all'ultimo piano della torretta […] L’ingresso alla villa è preceduto da un vestibolo a tre fornici ad arco ribassato, soluzione ripresa anche al piano superiore. Le finestre presentano vetri colorati e ferri battuti con motivi floreali».

Costo? La caparra confirmatoria (deposito cauzionale) da produrre da parte dell’offerente, pari al dieci per cento del valore di ogni lotto è, nel caso specifico, di 85.500 euro. Si tratta del pezzo più pregiato compreso nel bando. Che contempla altri beni. Immobili: edificio residenziale dismesso in via Arnaldo da Brescia 7 (63.000 euro), edificio dismesso in via Pastori 5 (35.000), appartamento in via Ivrea 5 (8.500), negozio in via Sciesa 40 (18.000), appartamento e box in viale Milano 2 (13.300), appartamento in via Montenero 15 (1.340). Si parla sempre di caparre. Per i terreni, nove lotti, con caparra compresa fra 204 (in via Montenero) e 28.000 euro (in via Gran Bretagna). «Il tutto è meglio descritto e documentato  – si specifica all’Albo pretorio – agli atti depositati in pubblica visione presso il settore Lavori pubblici e Patrimonio».

«Ci proviamo – afferma il sindaco, Andrea Cassani – sapendo che non possiamo prevedere l’esito del bando. Anche per la loggetta (in piazza San Pietro, a lungo luogo vulnerabile al degrado, ndr) sembrava che ci fosse solo disinteresse, poi è partito un progetto interessante. Vediamo che cosa succede. Senza perdere l'ottimismo».

Stefano Tosi

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